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di leonbatista alberti. 135

ed in che cosa elle variino, o sieno differenti. Il che io giudico che si debba sapere, perciocchè tale scienza sarà molto utile. E si potriano raccontare molte cose, le quali in un uomo si vanno mutando, e variando, o stando egli a sedere, o piegandosi verso questa, o verso quell’altra parte. Ma io lascio queste cose alla diligenza, ed alla accuratezza di chi opera. Gioverà ancor molto il sapere il numero delle ossa, e de’ muscoli, e gli aggetti de’ nervi. E sarà oltra di questo ancora grandemente utile il sapere coli qual regola noi separeremo le circonferenze, e le divisioni de’ corpi mediante le vedute delle parti che non si veggono; come se per avventura alcun segasse giù per il mezzo un cilindro ritto, talmente che quella parte che ci si appresenta all’occhio fosse divisa, e spiccata da quella parte che dall’occhio nostro non è veduta, talchè di questo cilindro si facessero duoi corpi de’ quali la basa dell’uno sarebbe in tutto e per tutto simile alla basa dell’altro, ed avrebbe una forma medesima, essendo il tutto compreso dalle medesime linee e cerchi, che sono quattro. Simile a questo adunque ha da essere il notamento o avvertimento, o separamento de’ corpi, che si sono detti; conciossiachè il disegno di quella linea dalla qual viene terminata la figura, e con la quale si ha a separare quella superficie che ti si appresenta all’occhio, da quell’al-