once ancora ridivido di nuovo in parti minori pur uguali, come si fece nel modine, ed incominciandomi dal centro aggiungo alle once i loro numeri, 1. 2. 3. e 4. A questa linda attacco io un filo sottile con un piombinetto: e tutto questo instrumento fatto dello orizzonte, della linda, e del piombo, io lo chiamo il diffinitore; ed è tale quale io l’ho descritto. Di questo diffinitore mi servo io in questo modo. Dicasi che il vivo, o il modello, dal quale io vorrò pigliare le determinazioni, sia una statua di Fidia, la quale a canto di una carretta raffreni con la man sinistra un cavallo. Io pongo il diffinitore in cima, sopra il capo della della statua, in maniera che egli stia per ogni verso a piano del suo centro, posto in cima della statua dove io lo fermo con un perno: e noto, ed avvertisco il punto sopra del quale sta in testa di detta statua, fermo il centro del cerchio, e lo segno mettendovi un ago, o un perno. Dipoi dal determinato luogo nell’orizzonte statuisco e pongo con il voltare dello instrumento, il già primo disegnato grado, tal che io so verso dove egli sia volto. Il che si fa in questo modo. Io conduco questo regolo mobile, cioè la linda, alla quale è appiccato il filo, o piombo, là dove egli arrivi al primo grado dell’orizzonte, e quivi fermatolo, lo volto, o giro con tutto il cerchio dell’orizzonte, attorno, sino a che il filo del piombo ar-