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di leonbatista alberti. 95

doti, alle quali cose noi non dobbiamo acquietarci tanto, che noi abbiamo a pretermetter di lasciar cosa alcuna non tentata in dietro. Ma le doti dateci dalla natura dobbiamo noi reverire ed accrescerle con l’industria, con lo studio, e con l’esercizio. Oltra di questo non dobbiamo parere di pretermettere per negligenza cosa alcuna che appartenga alla lode. Ultimamente quando noi abbiamo a dipignere un’istoria, andremo la prima cosa lungamente pensando con che ordine, o con quai modi noi possiamo fare il componimento che sia bellissimo, e facendone schizzi e modelli su per le carte, andremo esaminando e tutta l’istoria, e ciascuna parte di essa, ed in ciò chiederemo consiglio a tutti i nostri amici; finalmente noi ci affaticheremo che tutte le cose sieno da noi pensate ed esaminate di maniera, che nel nostro lavoro non abbia ad esser cosa alcuna, che noi non sappiamo molto bene in qual parte dell’opera ella si abbi a collocare. Ed acciocchè noi sappiamo questo più certo, ci gioverà sopra i modelli tirare una rete, acciocchè poi nel metter in opera le cose venghin poste, come cavate dagli esempi privati, tutte a’ luoghi loro proprj. E nel condurre a fine il lavoro, vi porremo quella diligenza congiunta con quella celerità del fare, che non sbigottisca per il tedio altrui dal finirla, nè il desiderio di finirla troppo presto non ci precipiti. Bisogna tal-