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di leonbatista alberti. 93

suefatti a ritrarre ogni cosa dal naturale, ci avverrà, che noi diventeremo molto migliori maestri di Asclepiodoro, che dicono, che fu il più velocissimo di tutti i maestri nel dipignere. Imperocchè in quella cosa in che noi ci saremo esercitati più volte, l’ingegno si fa più pronto, più alto, e più veloce, e quella mano sarà velocissima, la quale sarà guidata dalla certa regola dell’ingegno. E se alcuni maestri sono pigri, non avviene loro da altro, se non che ei sono tardi, e lenti in tentare quella cosa della quale essi non hanno prima chiaramente impadronitasi, mediante lo studio, la mente. E mentre che si esercitano in quelle tenebre degli errori, vanno tentando, e ricercando come timorosi, e meri ciechi la strada con il pennello, come l’anno i ciechi le vie, o le uscite ch’essi non sanno con i loro bastoncelli. Non metta alcuno dunque mai mano al lavoro se non con la scorta dell’ingegno, e faccia ch’ei sia molto esercitato ed ammaestrato. Ma essendo la principale opera del Pittore l’istoria, nella quale si deve ritrovare qualsivoglia abbondanza, ed eccellenza delle cose, bisogna avvertire che noi sappiamo dipignere eccellentemente, per quanto può fare l’ingegno, non solamente l’uomo, ma il cavallo ancora, ed il cane, e gli altri animali, e tutte le altre cose degnissime da esser vedute; acciò che nella nostra istoria non si abbia a desiderare la varietà, e