quello con cui si congiungono. Imperocchè quel congiugnimento de’ colori, si procaccia mediante la varietà, maggior vaghezza, e mediante la comparazione maggior bellezza. Ed è veramente infra i colori una certa amicizia, che congiunti l’un con l’altro accrescono la vaghezza, e la bellezza. Se si mette il color rosso in mezzo allo azzurro ed al verde, sveglia all’uno, ed all’altro un certo scambievole decoro: il color candido non solamente posto al lato al cenerognolo, ed al giallo, ma quasi arreca a tutti i colori allegrezza. I colori oscuri stanno non senza dignità infra i chiari, e medesimamente i chiari si collocano bene infra gli oscuri. Disporrà adunque il Pittore per l’istoria quella varietà di colori che noi abbiam detta. Ma ci sono alcuni che si servon dell’oro senza alcuna modestia, perchè ei pensano che l’oro arrechi una certa maestà all’istoria: io veramente non gli lodo. Anzi se io vorrò dipignere quella Didone di Virgilio, che aveva la faretra d’oro, e le chiome legale in oro, e la veste con i legami, e con lo cinto d’oro, e che era portata da cavalli con freni d’oro, e che tutte le cose risplendevano d’oro; io nondimeno m’ingegnerò d’imitare con i colori piuttosto che con l’oro quella grande abbondanza de’ raggi d’oro, che percuota da ogni banda gli occhi de’ riguardanti. Imperocchè essendo maggior la lode, e maggior la maraviglia del mae-