chissimo bianco, e nel luogo suo contrario aggiugnerai parimente in quello istante un poco di nero. Imperocchè con questo bilanciamento, per dir così, del bianco e del nero, il rilievo apparisce maggiore. Dipoi continua con gli accrescimenti con la medesima parsimonia sino a tanto che tu ti conosca aver guadagnato tanto che basti. E ti sarà veramente a conoscer questo un ottimo giudice lo specchio. E non so io in che modo le cose dipinte abbino una certa grazia nello specchio, purchè elle non abbino difetto. Oltra di questo è cosa maravigliosa, quanto ogni difetto nella Pittura apparisca più brutto nello specchio. Emendinsi adunque le cose ritratte dal naturale, mediarne il giudizio dello specchio. Ma siami qui lecito raccontare alcune cose che io ho tratte dalla natura. Io ho veramente considerato, come le superficie piane mantenghino in ogni luogo di loro stesse uniforme il loro colore; ma le tonde e le concave variano i colori; perciocchè dall’una parte son chiare, e dall’altra scure, ed in un altro luogo mantengono un colore mezzano. E questa alterazione del colore nelle superficie non piane, arreca difficoltà a’ Pittori infingardi: ma se il Dipintore segnerà bene, come dicemmo, i dintorni delle superficie, e separerà, le sedie de’ lumi, gli sarà facile allora il modo e la regola del colorire. Imperocchè egli da prima andrà alterando o con il bianco o