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di leonbatista alberti. |
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buona grazia de’ dotti e degl’ignoranti, i quali come che di rilievo paja che eschino fuori di esse tavole, e per il contrario biasimerò quegli ne’ quali non si vedrà forse punto di arte, se non ne’ dintorni. Io vorrei che il componimento fosse ben disegnato ed ottimamente colorito. Adunque perchè ei non sieno vituperati, e perchè ei meritino di esser lodati, la prima cosa debbono segnare diligentissimamente i lumi e le ombre, e debbono considerare che in quella superficie sopra la quale feriscono i razzi de’ lumi, esso colore sia quanto più si può chiaro e luminoso, e che oltra di questo mancando a poco a poco la forza de’ lumi vi si metta a poco a poco il colore alquanto più scuro. Finalmente bisogna avvertire in che modo corrispondino le ombre nella parte contraria a’ lumi; che non sarà mai superficie di alcun corpo che sia per lumi chiara, che nel medesimo corpo tu non ritrovi la superficie a quella contraria che non sia coperta, e carica di ombre. Ma per quanto appartiene imitare i lumi con il bianco, e le ombre con il nero, io ti avvertisco che tu ponga il principale studio in conoscere quelle superficie che son tocche o dal lume, o dall’ombra. Questo imparerai tu bene dalla natura e dalle cose stesse: e quando finalmente tu conoscerai benissimo queste cose, altererai il colore entro a’ suoi dintorni al suo luogo quanto più parcamente potrai con po-