tanto numero che ci pensava essere dei colori,
fosse poco che quegli ottimi Pittori
ne avessero messi sì pochi in uso, dove
giudicano che ad un copioso maestro si
appartenga metter in opera qualsivoglia
moltitudine di colori. Io veramente affermo,
che la varietà e l’abbondanza de’ colori
arreca molta grazia, e molta leggiadria
alla Pittura. Ma io vorrei che i valenti
Pittori giudicassero che si debbe porre ogni
industria ed ogni arte nel disporre e collocar
bene il bianco ed il nero, e che in
collocar questi bene, e ben accomodargli,
si deve por tutto l’ingegno, e qualsivoglia
estrema diligenza. Imperocchè siccome l’avvenimento
de’ lumi e dell’ombre fa che ei
si vede in qual luogo le superficie si rilievino,
ed in quali elle sfondino, e quanto
ciascuna delle parti declini, o si pieghi;
così l’accomodar bene del bianco e del nero
fa quello che era attribuito a lode a
Nizia Pittore Ateniese, e quel che la prima
cosa ha da desiderare il maestro, che
le sue Pitture apparischino di gran rilievo.
Dicono che Zeusi nobilissimo ed antichissimo
Pittore, fu quasi il primo che seppe
tener questa regola de’ lumi e delle ombre.
Ma agli altri non è attribuita questa lode.
Io certamente non penserò che nessuno
sia, non che altro Pittore mediocre, che
non sappia molto bene che forza abbi ciascuna
ombra e ciascun lume in tutte le
superficie. Io loderò quei volti dipinti,con