mezo del centro: Ferma le cantonate, et li ossami delle mura da basso insino ad alto di Pietre fortissime, et saldissime; Spegni bene le calcine; Non mettere le Pietre in opera se non bagnate perfettamente; Metti le più dure di verso que’ lati onde possono venire le offensioni: Tira la muraglia a filo con l’archipenzolo, et con il piombo: Procura che sopra le commettiture delle Pietre di sotto, venga il mezo della Pietra di sopra: Metti ne gli ordini le Pietre intere, et nel mezo del muro riempi di pezzami: Lega i filari con spesse commettiture di Pietre. Et questo basti haver detto delle mura. Io vengo a dire del Tetto; ma non vorrei pretermettere questo, il che da gli Antichi intendo essere stato grandemente osservato: Intra le cose naturali ne sono alcune, che hanno certe proprietà da non se ne far beffe, come è che e’ dicono, che la saetta non ferisce mai nè lo Alloro, nè la Aquila, nè il Vecchio Marino. Sono alcuni, i quali forse pensano, che se queste cose si mettono nelle muraglie, le non saranno percosse, et non sentiranno saette. A me certo pare, che e’ si possa sperare questo, al pari che credere quello, che e’ dicono della Ranocchiella, che rinchiusa in un vaso di terra, et sotterrata nel mezo d’un campo, scacci dalle semente gli Uccelli; et che se il frutto Ostro si mette in casa, rende i parti difficili; et che chi si mette in casa le frondi dello Oemonio di Lesbo, fa venire flusso di ventre, et vota tanto altrui, che ne conduce a morte. Hora torno a proposito: quì bisogna raccontar quelle cose, che noi raccogliemmo insieme, quando trattammo de lineamenti de gli edificii.
De Tetti di linee dritte, delle Travi, de correnti, et del congiugnere insieme gli ossami.
L
E coperture adunque, ne sono alcune allo scoperto, et alcune al coperto; et alcune di queste son fatte di linee diritte, alcune di linee torte, et alcune mescolate di amendue. Aggiugnerai a questo, il che non sarà fuori di proposito, che le coperture si fanno o di Legnami, o di Pietre. Comincieremo a parlarne preso il principio da questo, che noi deliberiamo essere un certo che, che s’appartenga proprio al discorso universale d’ogni copertura, et sia di questa maniera. A qual tu ti voglia palco, o tetto noi diremo esservi et ossa, et nervi, et finimenti, et corteccie, o croste, non altrimenti, che nel muro; nientedimeno che questo sia cosi, consideriamolo dal fatto stesso. Primieramente per cominciarci da quelli, che e’ fanno di legname, et di linee diritte, veramente nel porre le coperture, bisogna mettere da muro a muro gagliardissime travi, et non negheremo (come poco fa dicevamo) che le sieno colonne poste per il traverso. Le travi adunque saranno in cambio di ossami; che se e’ ne fusse lecito non havere rispetto alla spesa; chi non desidererebbe havere la muraglia (per modo di parlare) tutta di ossami, et saldissima; cioè composta, et affortificata con continovate colonne, et congiunte travi? Ma noi andiam dietro alla poca spesa, pensando che sia superfluo tutto quello, che (riserbata la stabilità dello edificio) si possa levare via; et per questo si lasciano fra trave, e trave intervalli. Onde poi si mettono le piane da trave a trave, et vi si aggiungono i riquadramenti che corrono, et altre cose a questi simili, se alcune ve ne sono; le quali cose non è vergogna pensare che sieno legamenti. Finalmente sopra queste adattate, et congiunte assi, et tavole maggiori, che maraviglia, se saranno in cambio di finimenti? et per la medesima ragione diremo, che il pavimento, et i tegoli sieno la corteccia di fuori; et il cielo del tetto, o palco, che ci sta sopra il capo, non negheremo che sia la corteccia di dentro. Adunque se noi sappiamo che la cosa è cosi, andiamo investigando se