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62 della architettura

in modo, che elle convenghino a piombo, et secondo il regolo, insieme con l’altre corteccie del muro: Ma quelle altre, imitando le cornici, sporgeranno la fronte in fuora. Queste cosi fatte Pietre, molto lunghe, et molto larghe, si pougono con l’archipenzolo; et si congiungono con i filari benissimo, quasi che come postovi sopra un pavimento, si cuoprino le cose murate di sotto in questo luogo la commettitura delle Pietre, quando e’ si pone di sopra qual si voglia ultima Pietra, si adatta, et commette talmente insieme, che il mezo di essa, venga a punto su la commettitura delle due di sotto; contrapesata la sua lunghezza da amendue le bande (Tav. 6.). La quale commettitura di Pietre, non essendo da essere sprezzata per tutta la muraglia; si deve massimamente osservare ne ricinti. Io ho avertito, che gli Antichi usarono nelle opere amandorlate; tirarvi il ricinto, che fusse di cinque ordini di mattoncini; o non punto meno di tre, et che tutti, o almanco uno ordine, fusse di Pietre, non più grosse che l’altre, ma bene più lunghe, et più larghe. Ma nelle muraglie ordinarie di mattoni, io ho veduto a ogni cinque piedi, essere stati contenti in luogo di legatura, di uno ordine di mattoni di grandezza di duoi piedi. Ho visto ancora chi hà sparse per le mura piastre di piombo, molto lunghe, et molto larghe; secondo la grossezza del muro, acciò faccino legamento. Ma nel murare Pietre molto grandi, io veggo che e’ si sono contentati di ricinti più rari, anzi quasi solamente delle cornici. Nel fare le cornici, perche queste ancora ricingono la muraglia, con fermissima legatura; bisogna non si far beffe d’alcuna di quelle cose, che noi habbiamo dette insino a quì di essi ricinti; cioè che in quelle non si metta Pietra alcuna che non sia lunghissima, larghissima, et saldissima; et si adattino con commettitura continovata, et bene commessa; spianati i filari secondo l’archipenzolo, et ridottili, et pareggiatili con il regolo; ciascuno secondo il suo bisogno: Et tanta maggior cura, et diligentia in ciò debbi porre; quanto che le ricingono l’opera, in esso luogo, più atto a rovinare. I tetti ancora hanno l’ufficio loro nelle mura; et di quì è che e’ dicono alle mura di mattoni crudi, favvi una cornice di mattoni cotti; accioche dalla fine del tetto, o dalle grondaie se acqua alcuna vi cadesse, non gli nuoca; ma sieno difese dallo sportare in fuora d’essa cornice. Et per questa cagione si debbe in qual si voglia luogo di tutto il resto del muro, avvertire, che la cornice gli stia quasi che per tetto, ben murata, et stuccata per tutto; accioche ella scacci via tutte le ingiurie delle pioggie. Bisogna considerare ancora, con quale afforzificamento, et con quali sostegni sopra una saldezza di muro, si ritenghino, et si menino insieme molte Pietre. Et certo quando io considero, e’ mi pare che a fare questo, la principal cosa habbiamo bisogno della calcina. Ancora che secondo me non si debba congiugnere ogni Pietra con la calcina: Percioche i Marmi nell’essere tocchi dalla calcina, non solamente perdono la candidezza loro, ma si macchiano di brutte, et sanguinose macchie: Tanta grande è la superbia della bianchezza nel Marmo, che a gran pena può sopportare altro che se stesso; che pensi? i fumi sdegna; tocco da olio diventa pallido; bagnato da vino rosso, diventa pagonazzo; se è tocco da acqua cavata del legno del castagno, insin dentro diventa nero, et si guasta talmente, che dette macchie, non se ne vanno per raderlo che si faccia. Per questo gli Antichi usavano di mettere i Marmi nudi in opera quanto più potevano, senza punto di calcina; ma di questi, ne diremo di poi.


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