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58 | della architettura |
grandi, si murano in modo, ch’elleno sieno poste con le loro faccie per ordine, secondo il regolo, secondo l’archipenzolo, et secondo il piombino: la qual muraglia è la più ferma, et la più constante di tutte l’altre. La muraglia ammandorlata è quella, nella quale le Pietre riquadrate, o vuoi mezzane, o più presto minute, si pongono non a diacere sopra un lato, ma stando sopra un canto, espongono la fronte, secondo il regolo, et il piombino. La muraglia incerta è quella, nella quale le Pietre roze, si congiungono in modo, che qual s’è l’uno de lati per quanto e’ possa, con la sua faccia si accosti il più che puo a lati delle altre Pietre, che gli sono a canto: questi si fatti accostamenti di Pietre usiam noi nel lastricare delle strade. Ma queste maniere si debbono in varii luoghi usare variatamente: Percioche al primo ricinto tirato a piano sopra il terreno, non faremo le corteccie, se non di Pietre riquadrate molto grandi, et molto dure; peroche havendo ad essere la muraglia, quanto più si puo intera, et salda, in tutto esso muro non è luogo alcuno, dove bisogni nè maggiore saldezza, nè maggiore stabilità che in questo: anzi se tu potrai havere una sola Pietra, lo fermerai con essa, o veramente con quel numero di Pietre, che sia più che si puo vicino alla integrità, et perpetuità d’una sola Pietra. Come si maneggino, o muovino le Pietre grandi, aspettandosi ciò alle maniere delli ornamenti, ne tratteremo al suo luogo. Ma tira, dice Catone, la muraglia di Pietra dura, et calcina, sino a tanto, che l’edificio esca fuori del terreno un piede, et l’altra parte della muraglia non ti vieta, quando bene si facesse di mattoni crudi. Et è manifesto che costui si metteva a fare questo, perche le gocciole dell’acque piovane, che cascano da tetti, rodono quella parte della muraglia. Ma quando noi riesaminiamo gli edificii degli Antichi, et veggiamo si altrove in molti luoghi, le parti da basso de gli edificii ben fatti, esser fatti di durissime Pietre; si ancora appresso di quelle genti, che non hanno paura delle ingiurie delle piogge, esservi statii, cioè in Egitto, chi usava di fare le base sotto le Piramidi di Pietre nere durissime, sono forzato a ricercare la cosa più largamente: Percioche, si come interviene nel ferro, et nel bronzo, et in altri simili metalli, che se si piegano più, et più volte in quà, et in là, a contrario l’una dell’altra, affaticandoli, aperti alla fine si rompono: Cosi ancora le altre masse offese, da si fatte scambievoli offensioni grandemente si guastano, et si corrompono; la qual cosa io ho considerata ne ponti, et massimo di Legnami: Percioche quelle parti, che per la varietà de temporali, son hora secche da raggi del Sole, et da fiati de venti, et hora humide per i notturni vapori, o per l’acque, noi le veggiamo certo consumate prettamente, o intarlate del tutto. Il medesimo si puo vedere in quelle parti delle muraglie, che sono vicine al terreno, che per le scambievoli alterationi delle polveri, et delle humiditati s’infracidano, et si rodono. Perilche io delibero cosi, che tutto il primo ricinto dell’edificio tirato a piano, si debba fare di dure, saldissime, et grandissime Pietre, accioche e’ resti sicurissimo contro le spesse offensioni delle cose contrarie: et quali sieno quelle Pietre che sono durissime, le raccontammo a bastanza nel secondo libro.
Come si generino le Pietre, come le si commettino, et congiunghino insieme, et quali sieno le più gagliarde, et quali le più deboli.
cap. vii.
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