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libro terzo. 57

tata alla muraglia una volta, lasciarono essa cantonata quasi che in modo d’un pilastro a lato alla via, et l’afforzificarono con saldezza di opera, et con aiuto di un barbacane. Ma questa finalmente sforzata dalla gravezza di si grande edificio, et mancandoli lotto il terreno, si pelò. Et di questi sia detto a bastanza.


Che e’ si debbono lasciare Sfiatatoi aperti nelle mura grosse, da basso, ad alto; et che differentia sia intra il muro, et il fondamento, et quali sieno le parti principali delle mura; de tre modi del murare; et della materia, et della forma del primo ricinto a piano.

cap. vi.


G
Ittati i fondamenti, ne segue dipoi il muro espedito. Nè quì voglio lasciare in dietro quello che si appartiene si a riempire i fondamenti, si a finire ancora tutte le mura. Percioche ne gli edificii grandi, dove la mole della muraglia ha da essere molto grossa, si hanno a lasciare nel mezo delle grossezze delle mura, da fondamenti insino al disopra, sfogatoi aperti, et spiramenti non molto lontani l’un da l’altro, per i quali possino liberamente esalare senza alcun danno della muraglia, i vapori che si fussero generati, et ragunati sotto il terreno, se alcuno per sorte ve ne fusse. Gli Antichi in certi luoghi simili, si per amor di questa stessa cosa, si ancora per la commodità, acciò si potesse salire da basso ad alto dell’edificio, et forse ancora per spendere manco, vi facevano dentro una scala a chiocciola. Ma torniamo a proposito: infra il fondamento, et il muro schietto, vi è questa differenza, che quello aiutato da lati delle fosse, può essere fatto di ripieno solo, et questo altro si compone di molte parti, come io, dirò dipoi. Le parti principali del muro son quelle da basso, che subito si cominciano ad alzare sopra il ripieno de fondamenti. Queste se e’ ci sarà lecito, chiameremo il primo ricinto tirato a piano, o vero il ricinto rilevato da terra. Le parti mezane che cingono, et abbracciano il muro, le chiameremo il secondo ricinto. Le parti da alto, cioè quelle, che tengono l’ultime impalcature, finalmente chiameremo cornici. Infra le principali parti delle mura, o voglian dire pure le principali, sono le cantonate, et le adattatevi, o postevi pilastrate, o colonne, o qual altra cosa simile si voglia, che in cambio di colonne sieno poste in luogo da reggere le travature, et gli archi delle volte; le quali cose vengono tutte sotto nome di ossami. Sonci ancora gli stipiti di quà et di là de vani, che son quasi della natura delle cantonate, et insieme delle colonne. Oltra di questo le coperture de vani, cioè i cardinali, o siano pur diritti, o pur tirati in arco, si annoverano ancora infra le ossa. Percioche io dirò che lo arco non è altro che una trave piegata, et la trave non è altro che una colonna posta in traverso. Ma quelle parti che sono interposte, et si truovano infra queste principali, si chiameranno ragionevolmente i ripieni. In tutto il muro vi sono ancora alcune cose che si convengono a qual s’è l’una delle parti, che noi habbiamo racconte, cioè il ripieno di mezo del muro, et le due scorze, o vogliamo dire corteccie da amendue le parti, delle quali l’una di fuori ha a ricevere i Soli, et i venti, l’altra di dentro ha a nutrire l’ombra della pianta. Ma la regola delle corteccie, et de ripieni è varia, secondo la varietà delli edificii. Le maniere delli edificii son queste. Lo ordinario, lo amandorlato, et l’incerto: et quì farà alquanto a proposito il detto di Varrone, che dice, che i Tusculani solevano fare le muraglie da Villa di Pietre; ma in Gallia, di mattoni cotti; infra i Sabini, di mattoni crudi; in Spagna si facevano le mura di Terra, et di Pietre. Ma di queste ne tratteremo altrove. La muraglia ordinaria è quella, nella quale le Pietre riquadrate, o vero le mezane, o più presto le molto

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