di Vite, essersi mantenuta per infinità d'anni, incorrotta; et tutti dicono che e’ non è legno alcuno più eterno. In Arriana, Regione della India, son Viti tanto grosse, secondo che racconta Strabone, che duoi huomini abbraccieriano a gran pena il pedale, In Utica dicono esser durata una coperta di Cedro anni mille ducento settantaotto. In Ispagna nel Tempio di Diana, dicono esservi durate Travi di Ginepro, da ducento anni innanzi lo eccidio di Troia per insino a tempi di Annibale. Ma il Cedro hà certo natura maravigliosa se come dicono, e’ non tiene i chiodi. Ne Monti presso al lago di Garda è una sorte di Abeti che se tu ne farai vasi, non terranno il Vino, se tu non gli ugni prima con Olio. Hor basti insino a qui delli Alberi.
Delle Pietre universalmente: quando si debbino cavare, et quando mettere in opera, quali sieno più facili, et quali più dure, o migliori, o più durabili.
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Annosi ancora a ordinare le Pietre, che hanno a servire per le Mura. Queste saranno di due sorti. Alcune serviranno per ordinare, et fare le calcine; et alcune per alzare l’edificio, et di queste tratteremo prima, ma sì per esser breve, sì ancora perche elleno son cose molto note, nè lasceremo assai in dietro. Nè starò qui a disputare quelle cose naturali, che de principii, et de gli origini delle Pietre si dicono. Et se quei principii viscosi per la commistione dell’Acqua, et della Terra; prima in fango, dipoi in Pietra si induriscono; o quel che si dice delle Gemme, se le si sieno rassodate, et cresciute per il calore, o forza, o raggio del Sole, o perche e’ sian nella Terra più presto si come delle altre cose, certi semi naturali delle Pietre. Et se nelle Pietre avenghino i colori da un determinato mescolamento di liquida acqua con minutissimi corpi di Terra; o pure da una certa connaturale forza del suo proprio seme, o da una impressione ricevuta da raggi del Sole. Et perciò tutte queste cosi fatte cose, ancor che facessero forse a proposito, per adornare il fatto nostro, io pure le lascierò in dietro. Et seguiterò di parlare de modi dello edificare, come che infra Artefici approvati per lo uso, et per la arte; trattandone più liberamente, et più scioltamente, che non ricercherebbero forse quelli che esattissimamente filosofassero. Catone dice che le Pietre si cavino di State, et si tenghino allo scoperto, et non si mettino in opera, se non passati i duoi anni: di State, accioche le Pietre non avezze, si assuefaccino a poco a poco a Venti, a diacci, et alle pioggie, et alle altre ingiurie de Tempi: Percioche se le Pietre subito cavate della cava, pregne del nativo sugo et humore, si pongono a Venti crudi, et a subiti diacci, si fendono, et si risolvono. Tenghinsi allo scoperto, accioche e’ si vegga la bontà di ciascuna Pietra, et quanto ella sia forte contro alle cose, che la molestano; a questo modo quasi che facendo esperienza di quanto elleno sieno per durare, se ne faccia pruova. Non si mettino in opera se non dopo duoi anni; acciò she quelle, che per loro natura sono frali, et che arrecherebbero difetto nell’opera, non ti sieno ascose; et acciò che tu le separi dalle migliori: Percioche infra tutte le forti delle Pietre, è certo che se ne trovano alcune, che infra loro son varie: In modo che alcune alla aria diventano dure, et alcune bagnate dalle brinate contraggono certa ruggine, et si disfanno, et simili. Ma quali queste siano, secondo la varietà, et la natura de luoghi, dall’uso, et dalla esperienza, si conoscono benissimo, et in modo, che tu potrai più tosto imparare meglio il valore, et la virtu di ciascuna Pietra, dalli antichi edificii; che dalli scritti, et ricordi de Filosofi. Niente dimeno di tutte le sorti delle Pietre per parlarne sommariamente, siane lecito deliberarne in questo modo; ogni Pietra bianca è più tenera che la rossigna: la transparente, è più trattabile che