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libro secondo. 307

accordino insieme nella historia. Conciosia che se tu dipignessi in un convito i centauri che tumultuassino insieme, sarebbe cosa da pazzi, in tanto sfrenato et bestiale tumulto che vi fusse alcuno che adormentato, mediante il vino diacesse. Oltra di questo sarebbe ancora difetto se gli huomini in uguale distantia apparissero maggiori questi che quelli, come che se in pittura si facessero i cani grandi quanto i cavagli. Et non sarebbe ancor poco da vituperare, che io vegho il più de le volte dipinti in uno edificio gli huomini come che rinchiusi in un forziere, nel quale cappiono a gran pena a sedere, o ristretti in un cerchio. Tutti i corpi adunque debbon confarsi, mediante la grandezza et mediante lo officio, a quella cosa per la quale son fatti. Ma la historia che ragionevolmente sia da lodare et guardare con maraviglia, bisogna che sia tale che con alcuni allettamenti si dimostri esser tanta dilettevole et ornata, che intrattenga lungamente gli occhi di coloro che sanno, et di quei che non sanno, con piacere, et con dilettatione de lo animo. La prima cosa che nella historia arreca, et ti porge piacere, è essa copia et varietà de le cose. Imperoche si come ne cibi, et nella musica sempre la nuova et inusitata abbondantia, si forse per le altre cose, si ancora diletta non senza maraviglia per quella causa che è diversa, et differente da le cose antiche et consuete: Cosi in ogni varietà di cose, et in ogni abbondantia lo animo si compiace, et diletta. Et perciò nella Pittura la varietà de corpi, et de colori è gioconda. Io dirò che quella historia è copiosissima nella quale a lor luoghi saranno mescolati insieme vecchi huomini, giovani, putti, matrone, fanciulle, bambini, animali domestici, cagnoletti, uccelletti, cavalli, pecore, edificii, et provincie; et loderò qual si voglia abbondantia, pur che ella si confaccia alla cosa che quivi si vuol rapresentare. Conciosia che egli aviene che riguardando, nel considerar le cose, consumon ivi più tempo, et la abbondantia et ricchezza del Pittore acquista gratia. Ma io vorrei che quella abbondantia fusse adorna, et prestasse di se una certa varietà, grave, et moderata, mediante la dignità, et la reverenza. Io non lodo quei Pittori quali per parere copiosi, et perche non voglion che nelle cose loro vi rimanga punto di voto, perciò non vanno dietro a componimento alcuno, ma seminano ogni cosa scioccamente et confusamente, per il che non par che la historia rapresenti quel che ella vuol fare, ma che tumultui, et forse quel che la prima cosa desidererà nella sua historia, è la dignità. Imperoche si come in un Principe il parlar poco arreca maiestà, pur che si intendino i sensi de le parole, et i comandamenti, cosi in una historia un ragionevol numero di corpi arreca degnità, et la varietà arreca gratia. Io ho in odio nella historia la solitudine, nientedimeno non lodo anco la abbondantia che disconvenga alla dignità. Anzi nella historia solo grandemente quel che io vegho esser stato osservato da Poeti tragici et da Comici, ei rapresentino con manco numero di persone la favola loro: Et veramente secondo il giudicio mio non bisognerà riempire una historia di tanta varietà di cose, che ella non possa degnamente esser composta di nove o dieci huomini. Si come io giudico che a questo si appartenga quel detto di Varrone, il quale volendo schifare nel convitare il tumulto, non invitava mai più che nove. Ma essendo in qualunque historia, gioconda la varietà, quella Pittura nondimeno è grata a tutti, nella quale le positure et le attitudini de corpi sono fra loro molto differenti. Stieno adunque alcuni da essere sguardati tutti in faccia, con le mani alte, et con le dita risplendenti, posati sopra uno de li piedi, altri stieno con la faccia in profilo, et con le braccia a basso et con i piedi del pari, et ciascuno habbia da per se i suoi piegamenti et le sue attitudini. Altri stieno a sedere o inginochioni, o quasi adiacere: sieno alcuni ignudi se ciò è conveniente, alcuni altri per il mescolamento dell’una et dell’altra arte vi siano parte ignudi et parte vestiti, ma habbisi sempre cura alla honestà et alla reverenza. Conciosia che le parti vergognose del corpo, et le altre simili che hanno poco del gratioso, cuoprinsi o con


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