famosi, la onde ne harebbon cavato ricchezze et diletto: per tanto sia di loro insino a qui detto a bastanza. Hor torniamo a proposito. Noi dividiamo la pittura in tre parti, la qual divisione habbiamo cavata da essa natura. Imperoche ingegnandosi la Pittura di rapresentarci le cose vedute, consideriamo in che modo esse cose venghino alla veduta nostra. Principalmente quando noi squadriamo qualche cosa, noi veggiamo quella cosa esser un certo che, che occupa luogo. E il Pittore circonscriverà lo spazio di questo luogo; et questo modo del tirare i d’intorni con vocabolo conveniente chiamerà circonscrittione. Dopo questo nel guardare noi consideriamo in che modo si congiunghino insieme le diverse superficie, del veduto corpo, infra di loro, et disegnando il Pittore questi congiugnimenti de le superficie a lor luoghi, potrà et bene chiamarlo il componimento. Ultimamente nel guardare noi discerniamo più distintamente i colori de le superficie, et perche il rapresentamento di questa cosa nella Pittura, riceve quasi sempre tutte le sue differentie da i lumi, commodamente noi potremo ciò chiamare il ricevimento de lumi. I d’intorni adunque, il componimento, et il ricevimento de lumi fanno perfetta la Pittura. Restaci adunque a trattare di quelle cose brevissimamente, et prima de d’intorni, ò vero de la circonscrittione, la quale è quel tirare che si fa con le linee a torno a torno de d’intorni, da moderni detto disegno. In questo dicono che Parrasio Pittore, quello che Senofonte introduce a parlare con Socrate, fu eccellentissimo: Percioche ei dicono ch’egli considerò sottilissimamente le linee. Et in questo disegno penso che principalmente si abbia a procurare, ch’egli si faccia con linee sottilissime, et che al tutto non si discernino da l’occhio, si come dicon che soleva fare Apelle Pittore nello esercitarsi, et combattere a chi più sottili le faceva, con Protogene. Imperoche il disegno non è altro, che il tirare de d’intorni, il che se si farà con linee che apparischino troppo, non parranno margini de le superficie in essa Pittura, ma parranno alcune fessure. Dipoi io desidererei che nel disegno non si andasse dietro ad altro che al circuito de d’intorni. Nel qual disegno io affermo che ei bisogni esercitarvisi vehementemente. Conciosia che nessuno componimento, nessuno ricevimento di lumi mai sarà lodato se non vi sarà disegno. Anzi il disegno solo, il più de le volte, è gratissimo. Diasi adunque opera al disegno, et ad imparar benissimo questo non credo che si possa trovar cosa alcuna più accomodata, che quel velo che io infra gli amici miei soglio chiamare il taglio, il modo del usare il quale sono stato io il primo che lo habbi trovato, et è cosi fatto. Io tolgo un velo di fila sottilissime, tessuto rado, et sia di qual si voglia colore, questo divido io di poi con fila alquanto più grosse, facendone quadri quanti mi piace sopra un telaio tutti uguali, et lo metto infra lo occhio et la cosa da vedersi, accio che la piramide visiva penetrando passi per le rarità del velo. Ha veramente questo taglio del velo in se non poche comodità: la prima cosa, egli ti rapresenta sempre le medesime superficie immobili, conciosia che postivi una volta i termini, troverai subito la primiera punta de la piramide, con la quale tu incominciasti; il che senza questo taglio del velo è cosa veramente difficilissima. Et sai quanto sia impossibile nel dipignere, mutarsi rettamente alcuna cosa, perche non mantiene perpetuamente a chi dipigne il medesimo aspetto et veduta: et da questo aviene che più facilmente si assomigliano quelle cose che si ritraggono da le cose dipinte, che quelle che si ritraggono da le sculture. Sai ancora oltra di questo, quanto essa cosa veduta, paia alterata, mediante il mutamento de lo intervallo, ò de la positura del centro. Per tanto il velo o la rete ti arrecherà questa non piccola utilità che la cosa sempre ti si apresentetà alla vista la medesima. L’altra utilità, è che tu potrai collocare facilmente nel dipignere la tua tavola, in luoghi certissimi, i siti de dintorni, et i termini de le superficie. Imperoche vedendo tu in quella maglia de la rete la fronte, et in quella che li è a canto, il naso, et nella più vicina poi le gote, in