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262 della architettura

cose noi chiamiamo punti. Se dove si harà a condurre una acqua, vi sarà la pianura espedita, bisognerà in duoi modi dirizzare la veduta. Percioche o non molto lontani l’un da l’altro, o pur lontani assai, si porranno certi termini, et certi legni, et quanto gli ultimi punti de gli intervalli saranno infra loro più vicini, tanto manco si discosterà la dirittura de lo sguardo dal circuito de la terra: Ma quanto gli intervalli saranno più lunghi, tanto si troverà il circuito, et lo spazzo del terreno esser più basso da la dirittura de la linea de la livella: in questi si fatti osservisi che ad ogni mille passi ti abbassi sino a dieci dita. Ma se e’ non vi sarà una pianura espedita, ma vi sarà qualche collinetta, alhora in questi ancora ti bisognerà fare in duoi modi: l’uno che tu pigli la altezza da lo incile, et per il contrario ancora da lo emissario. Lo emissario chiamo io quel luogo destinato, dove tu vuoi che l’acqua arrivi, donde l’acqua possa uscire o continovamente, o a certi bisogni. In cosi fatti luoghi si conoscono le altezze nel tirarvi gradi di misure: chiamoli gradi, perche e’ son simili a quei gradi, per i quali si saglie nel Tempio. Una linea de quali è il raggio de la veduta, che esce da lo occhio di chi risguarda, secondo la pari altezza de lo occhio; il che si fa con la livella, o con l’archipenzolo, et col regolo: Et l’altra linea à quella, la quale cascherà da lo occhio di colui, che guarda, sino a suoi piedi a piombo. In cosi fatti gradi noterai da’ lor piombi la portione de la linea, che avanzerà l’una l’altra, qual sia, o quella che tu pigliasti da lo incile, o per il contrario quella altra, che tu pigliasti da lo emissario. Ecci ancora un’altro modo che tu tiri le linee da lo incile sino alla cima di quello colle, che è in quel mezo, et di quivi poi tirerai le linee sino allo emissario, et noterai gli angoli retti per via di Geometria, che convenientia habbino insieme. Ma questo modo è molto difficile a saperlo usare, et non molto fedele al farlo, percioche in un grande intervallo lo errore de lo angolo, che si causa da lo occhio di chi risguarda, se bene egli è piccolo, rilieva pur assai in questa facenda. Ma sarannoci alcune cose, che si affaranno a questa maniera, come dipoi diremo, de le quali ci serviremo molto bene, per havere le diritture; se per aventura e’ sarà a condurre nella terra una acqua traforandovi il monte: Il che si farà in questo modo: nella sommità d’un monte, donde tu possa vedere da uno lato lo incile, et da l’altro lo emissario, disegnerai nel terreno spianato un cerchio largo dieci piedi: questo cerchio si chiama Orizonte: nel centro del cerchio ficcherai ritta una asta, che stia a piombo. Fatte queste cose, il maestro, che vorrà pigliare queste diritture, stando fuori del cerchio, andrà considerando intorno, cercando in che luogo la linea de la veduta, intenta ad un capo de la acqua da condursi vegga esso termine, et dove da basso quella asta fitta nel centro batta nella circunferentia del cerchio: havendo trovato il maestro questo luogo certo in quello Orizonte del cerchio, et havendolo segnato, e’ tirerà una linea, che passi per il descritto punto, et per il centro, che segherà di quà et di là la circunferentia del cerchio. Sarà certamente questa linea il diametro d’esso cerchio quando passando ella per il centro intersegherà a dirittura la circunferentia del cerchio da amendue le bande. Et se questa medesima linea ugualmente riguardata da un lato, et da l’altro tirata in lungo à dirittura, guarderà da questo lato lo incile, et da questo altro lo emissario, ella ne presterà per condur l’acqua il corso diritto. Ma se queste vedute non si riscontreranno in questo modo, et altrove batta il diametro, che guarda lo incile, et altrove quello, che guarda lo emissario; alhora da la intersegatione, che essi diametri fanno alla asta che è nel centro, si vedrà la differentia, che è infra esse diritture. Io mi servo de lo aiuto di cosi fatto cerchio, à levare le piante de le Città, et de le provincie, et à disegnarle, et à dipignerle, et acommodatissimamente ancora a fare le mine, et le trincee sotto terra. Ma di queste tratteremo altrove. A qual rivo si voglia per cui l’acqua si conduca o poca per


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