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libro decimo. | 253 |
puo vedere, che le regioni, dove sono le pioggie rarissime, mancano di acque. La Libia, dicono, che è detta quasi lypigia, perche e’ vi piove di rado; ha adunque mancamento di acqua: et che dove e’ piove assai, si truovi grandissima abbondantia di acque, chi sarà quello, che lo nieghi? Fa ancora al proposito da considerarsi, che noi veggiamo, che chi cava i pozzi, non truova la acqua insino a tanto che egli non è al piano del fiume. Presso a Volsconio Montano Castello di Toscana in un profondissimo pozzo scesono abbasso, avanti trovassero alcuna vena d’acqua, venti piedi: l’acqua non vi fu prima ritrovata, se non quando e’ furono al piano de le fontane, che de’ lor luoghi dal lato del monte scaturiscono: et conoscerai che il medesimo interviene ne’ pozzi di monte, quasi per tutto. Noi habbiamo provato, che una spugna diventa humida per la humidità dell’aria, et di quì caviamo una regola da pesare, con la quale noi pesiamo quanto sieno gravi, et quanto secchi, i venti, et l’aria. Et io certo non negherò, che l’humidità de la notte non sia succiata da la superficie de la terra, o che da per se non entri ne’ pori di essa, et che facilmente si possa convertire in humore; ma io non son già risoluto di quel che io debba tenere per cosa ferma, trovando io appresso de li Scrittori tanto varie cose, tanto diverse, et infinite che vengono innanzi a chi considera simili cose. Et è manifesto, che in molti luoghi o per tremuoti, o pur spontaneamente vi sono nate fontane di subito, et statevi assai tempo, et in varii tempi esser mancate, talche alcune si sieno perse nella state, et alcune nella invernata, et alcune altre fonti dapoi che si sono secche, essergli tornata un’altra volta grandissima abbondanza di acqua, et che le fontane di acqua dolce non solamente nascono nella terra, ma in mezo dell’onde del Mare, et affermano che le acque escono ancora da esse piante. In una certa Isola di quelle, che e’ chiamano fortunate, dicono, che crescono le ferule alla altezza d’uno albero, de le quali di quelle che sono nere, cavano un sugo amaro, et de le bianche, si distilla una acqua purissima, molto commoda al berne, et molto mirabile. Ne’ monti di Armenia, il che scrive Strabone molto grave autore, si truovano certi vermini nati nella neve, che sono pieni di acqua ottima per bere. A Fiesole, et a Urbino, ancorche sieno Città di montagna, sono le acque assai commode a chi cava i pozzi. Et questo, perche quei monti sono pietrosi, et le pietre vi sono congiunte con la creta. Et vi sono ancora certe zolle, che con la pelle de la loro tunica tengono acqua purissima. Per il che essendo le cose cosi fatte, il conoscerne la natura non è cosi facile, ma è cosa molto difficile, et oscura.
Che indicii ci sieno da trovare l’Acqua nascosta.
cap iv.
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