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libro nono. | 237 |
quali son questi, da questo lato l’uno, et da questo altro il dua, che congiunti insieme fanno 3. Divido dipoi tutto quello intervallo, che fù infra il numero maggiore, che fu sessanta, et il minore che fu trenta, in tre parti; farà dunque qual si è l’una di queste parti, dieci, et perciò ne aggiugnerò una di queste che farà dieci, alla parte minore, et diventeranno quaranta, et questa sarà la mediocrità musicale che si ricerca.
30 | 60 | |
1 | 2 | |
3 | ||
3 | 30 | |
10 | ||
30 | ||
10 | ||
30. | 40. | 60. |
La quale sarà lontana dal numero maggiore per il doppio di quello intervallo, per il quale esso numero de la mediocrità è lontano dal numero minore; et havevamo presupposto che il numero maggiore dovesse corrispondere al minore con questa proportione. Con queste mediocrità gli Architettori et circa tutto lo edificio, et circa le membra di quello, hanno trovato molte cose eccellenti, che sarieno lunghe a raccontarle, et si sono molto serviti di queste simili mediocrità per diametri de la altezza.
Del modo del por le colonne; de la misura et de la collocatione loro.
cap. vii.
Arà certo cosa bella intendere la regola del porre le colonne, et la misura loro, le quali cose e’ divisono in tre maniere secondo le tre varietà de tempi: considerando adunque le fattezze del huomo, andorno ghiribizando di far le colonne à similitudini di quelli, et cosi cominciando à misurare le membra de gli huomini, trovarono che da l’un fianco à l’altro vi era per il sesto de la lunghezza, et che dal Bellico alle Rene vi era il decimo de la lunghezza: il che considerando i nostri sacri Teologi dissono che la Arca di Noe, per conto del diluvio, fù fatta secondo questa misura del huomo. Con queste misure adunque forse feciono le colonne, che fussino alcune per sei tanti de la basa, et alcune per dieci tanti. Ma da uno instinto di natura, et da un senso, che naturalmente è ne gli animi, mediante il quale noi dicemmo, che si conosceva le cose gratiate et leggiadre, conobbono, che in questo luogo non stava bene tanta grossezza, et che per il contrario in questo altro non stava bene tanta sottigliezza, et però avertiti levarono via l’una, et l’altra, et pensarono finalmente, che da questi duoi termini troppo vitiosi, si havesse à cavarne uno mediocre et buono, et però andando inanzi tratto dietro alli Aritmetici congiunsono quei duoi numeri insieme, et dipoi divisono questa massa in due parti, per il che quella cofa, che stava con numeri uguali, infra il sei, et il dieci, trovorno che era l’otto, et piacque loro, et per questo diedero alla lunghezza de la colonna otto diametri de la basa, et la chiamarono Ionica. Ma l’ordine de le colonne Doriche, il quale è quello che si aspetta à gli edificii più massicci, feciono essi con le medesime regole, che le Ioniche, conciosia che e’ raccolsono il numero minore che fu il sei, insieme con lo otto, che fu la mediocrità Ionica, et ne resultò la somma di quattordici, la qual somma divisono in parti uguali, et rimase il sette, secondo il qual numero feciono la colonna Dorica, che fussi lunga per sette Diametri de la colonna da basso.
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