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libro nono. 227

nel veder dipinti paesi dilettevoli, et porti, et pescagioni, et cacciagioni, et notationi, et giuochi da pastori, et cose fiorite, et piene di frondi. Faccia ancora a nostro proposito quel che fece Ottaviano Imperadore, il qual poneva nelle sue case per adornarle, alcuni ossami di animali non più veduti, di grandezza smisurata. Nelle grotte, et nelle spelonche usavano gli Antichi di farvi una corteccia di cose aspre, et ronchiose, commettendovi pezzuoli piccoli di pomice, o di spugne di trevertini, la qual spugna è chiamata da Ovidio viva pomice, et ho veduto chi vi ha messo cera verde, per fingere quella lanugine di una spelonca piena di muschio. Piacquemi grandemente quel che io viddi già ad una simile spelonca, donde cadeva una fontana d’acqua, conciosia che e’ vi era una scorza fatta di varie sorti di nicchi, et di ostriche marine, altre arroverscio, et altre bocconi, fattone uno scompartimento secondo la varietà de lor colori, con artifitio molto dilettevole. Ma nelle camere dove i padri de le famiglie hanno a dormire con le lor mogli, avertiscasi che non vi si dipinga se non volti di huomini, o di donne bellissimi, et honorati, et dicono che questo importa grandemente quanto allo ingravidare de le Matrone, et quanto alla bellezza de la futura progenie. A coloro che hanno la febre, giova grandissimamente il veder dipinte fontane, et rivi di acque vive, che caschino, del che si può fare esperienza, che se alcuno tal volta non potrà nella notte dormire, standosi nel letto, poi che egli harà cominciato a rivoltarsi per la fantasia alcune limpidissime acque, o fontane, che altra volta harà viste in alcun luogo, o qualche lago, si inhumidirà subito quella siccità de lo star desto, et ne verrà il sonno, tanto che si addormenterà dolcissimamente. Sarannoci oltra questo et le delicatezze de frutti, et de gli hortaggi, et le loggie su l’orto, nelle quali tu possa stare al Sole, et a l’ombra. Siaci un pratello allegrissimo, caschino di molti luoghi fuor di speranza le acque. Siano i viali terminati da frutti, che tenghin sempre le frondi verde, et da quella parte che e’ son difesi da venti, accerchierali di bossoli, perche il bossolo allo scoperto, et da la spuzzaglia massimo che esce de la marina, è offeso, et si infracida; ma ne luoghi più esposti al Sole, sono alcuni che vi mettono la mortella, la quale di state dicono diventa molto lieta. Ma Teofrasto dice, che la mortella, lo alloro, et la ellera, amano assai l’ombra, et però insegna che ella si pianti folta, accioche con l’esser folta si mantenga verde, mediante l’ombra che ella si faccia con le sue stesse vermene: nè quì manchino arcipressi vestiti di ellera. Faccinsi oltra di questo cerchi, secondo que’ disegni, che de le piante de gli edifitii, sono lodati, d’allori, di cedri, et di ginepri intrecciati, avviluppati, et rimessi l’uno nell’altro. Fitone Agrigentino hebbe nella sua casa privata trecento vasi di pietra, che qual s’è l’uno di loro teneva cento amfore. Simili vasi per le fontane ne giardini sono adornamento grandissimo. Gli Antichi usavano di coprire i viali con pergole di viti che si reggevano sopra colonne di marmo, la grossezza de le quali era per la decima parte de la sua lunghezza, con ordine Corinthio. Gli alberi, o per meglio dire i frutti si hanno à porre per ordini diritti, ugualmente discosto l’uno da l’altro, et che e’ corrispondino l’uno a l’altro come si dice rinterzati à filo: lo havere assai herbe, et rare, et quelle che da medici sono apprezzate assai, faranno sempre il giardino verde. Gratissima cosa era quella certo che usavano i giardinieri antichi, adulando a lor padroni con descrivere i nomi loro con lettere di bossolo, et di altre herbe odorate sopra il terreno: per far siepe son buoni i rosai incatenati co melagrani, et con cornioli, ma il Poeta disse:

Cornioli pianterai, susini, et vepri;

Et le quercie, et i lecci alti et fecondi

Faran pascolo al greggie, al Signor ombra.

Ma simili cose saranno forse più convenienti alle possessioni da cavarne frutto che à giardini. Ma quel ch’e’ dicono di Democrito, cioè che chi li serra à


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