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220 della architettura

o le dilicatezze. Nella Germania à tempi di Cesare si haveva avertenza che e’ non si edificasse, et massimo in villa, troppo accuratamente, accioche di quivi non nascesse intra i Cittadini alcuna dissensione per il desiderio di usurpare le cose d’altri. Valerio havendo in Roma vicino a Monte Cavallo una altissima casa, la disfece per schifare et fuggire la invidia, et la rimurò giuso nel piano: si che quella buona antichità andò seguitando questa modestia: et in publico, et privato, fino a tanto che gli fu permesso secondo i buoni costumi. Ma accresciuto di poi lo Imperio crebbe tanto in la maggior parte de gl’huomini questo appetito suntuoso del murare (eccetto che in Ottaviano; conciosia che li pareva tanto grave lo edificare suntuosamente, che egli disfece una casa in villa murata con troppa suntuosità): tanto dico crebbe questo strabocchevole appetito nella Città, che ci furono alcuni in la famiglia de Gordiani, infra gli altri, che per la via che va a Palestrina murarono una casa con cc. colonne di una medesima grossezza, et grandezza in un filo, cinquanta de le quali erano Numidice, ciquanta Claudiane, cinquanta Simiade, et cinquanta Tistee secondo che io mi ricordo d’haver letto. Ma che cosa ancora è quella che racconta Lucretio che per le case si trovavano statue di giovani d’oro, che nella man destra tenevan torce accese, accioche i lumi sopperissino alle vivande de la notte. Ma a che racconto io queste cose, accioche io confermi per la comparatione di esse (quel che io dissi poco fà) che e’ mi piace che le cose si moderino ciascuna secondo la sua degnità: et se tu farai al mio modo, io vorrei più tosto, et massimo nelli edificii privati, che gli huomini più splendidi vi desiderassino per adornamenti alcune cose, che io non vorrei che gli huomini moderati, et composti vi riprendessino da nessuna banda la troppa suntuosità. Ma poi che tutti acconsentiamo di havere a lasciare appresso de posteri fama et di savii, et di potenti, per questo conto dico come diceva Tucidide, muriamo suntuosissimamente acciò dimostriamo a posteri la grandezza nostra. Per il che ancora quando che non meno per honorare la patria, et la casata nostra, che per dilicatezza adorneremo alcune cose nostre, chi sarà quello che non dica che ella è cosa da homo da bene? Ne sarà maraviglia che mi piaccia colui che vorrà che quelle parti de la casa massimo che hanno a stare in publico, et che hanno ad essere le prime, per ricevere gratamente quelli che vi verranno ad alloggiare, com’è la facciata de la casa, l’antiporto, et simili, sieno molto honoratissime: et se bene io tengo che coloro sieno da essere biasimati che escon troppo fuori de gli ordini, nondimeno io credo che e’ sieno da esser vituperati coloro, che haranno edificato con spesa grande in si fatta maniera, che la lor muraglia non si possa adornare, molto più che coloro che nelle loro muraglie hanno voluto adornamenti di maggiore spesa: ma io mi risolvo in questo modo: chi vorrà bene avvertire, et considerare il vero, et certo adornamento de gli edificii, conoscerà certamente che e’ non consiste principalmente nella spesa de la opera, ma nel disegno che da lo ingegno si cava. Credo che chi sarà savio, non vorrà nel murare le sue case private, farle con troppa suntuosità, differenti da le altre, et si guarderà di non si procurar contro invidia per la troppa spesa, o’ per troppa ostentatione: Ma ben vorrà per il contrario colui, che sarà savio, non esser superato in alcun luogo da nessuno nè di diligentia di artefice, nè di consiglio, nè di giudicio, mediante le quali cose tutto lo scompartimento, et la convenientia del disegno sia grandemente lodato: il qual modo di adornar le muraglie è il principale, et il più eccellente. Ma torniamo al fatto nostro. La casa Regale di colui che in una Città libera sarà o Senatore, o capo di quella, sarà la prima che tu desidererai, che sia la più bella, et la più adorna di tutte le altre. In questa casa in quanto a quella parte con la quale ella si assomiglia a gli edificii publichi, io hò detto di sopra come ella si ha ad adornare. Ma hora ci apparecchieremo ad adornare quelle parti che s’affettano all’uso


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