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libro ottavo. | 211 |
modate l’una a l’altra, nelle quali piacendoti collocherai volti con la bocca allo ingiù vasi di rame, accioche riverberando in essi le voci diventino più sonore. Io non starò quì ad andar dietro a quelle cose di Vitruvio, le quali son cose che si cavano da le divisioni, et da componimenti de Musici, secondo le regole de quali ei voleva che ne Teatri si collocassino i prefati vasi a proportione che corrispondessino alle voci più gravi, alle mezane, et alle più acute; cose forse certo facili a dirle, ma in che modo si potesse fare una cosa simile, lo sa chi ne ha fatta esperienza. Ma non mi dispiacerà già si come ancor pare ad Aristotile, il credere che i vasi voti di che sorte tu t’i voglia et i pozzi ancora giovano a risonarvi dentro le voci. Ma torniamo alla loggia di dentro del Teatro: Questa loggia harà il suo muro di dietro intero per tutto, il quale fa attorno serraglio, accioche le voci arrivando quivi non si perdino. Nella corteccia di fuori di questo muro del Teatro che risguarda verso coloro che vi arrivano, si aggiugneranno gli adornamenti de le colonne, che saranno tante, cosi alte, talmente a piombo, et con simili et si fatte membra et parti, che corrispondino à colonnati, che elle hanno sotto di loro nella facciata dinanzi de portici. Per le cose che noi habbiam dette si vede manifesto in che cose i Teatri grandi sieno differenti da piccoli, percioche ne grandi il portico di fuori da basso è doppio, et in quelli altri è scempio; in quelli ancora si pongono tre colonnati da lo lato di fuori l’uno sopra l’altro, et in questi non se ne pone se non duoi. Sono ancora differenti in questo, che in alcuni Teatri piccoli non si fa la loggia di dentro, ma si mura solamente il serraglio con una corteccia di muro, messevi le sue cornici, accioche egli in questo luogo habbia forza quasi di loggia à fermar le voci, si come ne Teatri grandi l’ha et il muro, et la loggia insieme; ma in alcuni Teatri grandissimi questa loggia di sopra è doppia. Ultimamente quei piani che restano in cambio di tetto ne Teatri, si fanno di smalto, vi si fa una scorza, et fannosi à pendio, di maniera che l’acque giu per i gradi possino scendere à basso, ma i canali che ricevon le acque che vi si adunano, le conducono, et le mandano ne gli angoli de le mura per doccioni coperti in fogne coperte. Intorno alla più alta cornice dal lato di fuori del Teatro, si accomodano mensoloni, i quali servono à reggere arbori simili a quelli de le Navi, ordinati con canapi, et legamenti, che servono, et tengono distese le tende per adornamenti de giuochi publici. Ma havendosi ad inalzare una si gran machina di muraglia ad una altezza ragionevole, bisogna, che la grossezza del muro si faccia recipiente a poter reggere un tanto peso. Faccisi adunque il muro di fuori de primi colonnati grosso per una de le quindici parti de lo spatio, che ha a servire per tutta l’altezza de l’opera: Ma quell’altro muro che sarà in mezo tra l’un portico, et l’altro, quando i portici saranno doppi, sia più sottile il quarto, che quello di fuori. Quelle mura finalmente che sopra di queste si haranno a fare, haranno da esser più sottili che quelle di sotto una duodecima parte.
De lo Anfiteatro, del Cerchio, de luoghi da passeggiare, de gradi da sedere, et portici de Giudici minori, et de loro adornamenti.
cap. viii.
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