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libro ottavo. 205

et una al bastoncino et al collarino. L’arco ch’è in fronte si volge sopra la pilastrata, non sarà mai più grosso che per la decima parte del suo vano, nè più sottile che per la duodecima. Le colonne che si metteranno in faccia rincontro alle pilastrate, hanno a essere legittime, et espedite; et si farà, che con la testa loro da capo sieno alte quanto la altezza de lo arco; sieno lunghe quanto è lunga la larghezza del vano del mezo; sotto la colonna si metterà la sua basa, il suo dado, et il suo piedistallo, et in cima alla colonna il capitello o Corinthio o Toscano, et sopra questo l’architrave, il fregio, et la cornice Ionica o Corinthia, et tutte queste cose si faranno con i loro disegni et secondo i loro ordini, come ti dicemmo di sopra. Sopra si fatti colonnati nel più alto lor luogo si alzeranno certe alie di muro, alte per la metà di tutto il prima fatto lavoro, cominciandosi dal primo imbasamento sino al piano de la cornice di sopra; et la altezza di questo muro dal primo piano in su si dividerà in undici parti, la più alta de le quali si assegnerà solamente a una cornice semplice senza fregio o architrave, et una parte et mezo da basso si assegnerà a uno imbasamento che sarà una ondetta arovesciata per il terzo de la sua altezza. Le statue si poseranno espedite sopra le teste de le travi che sopra le colonne risaltano fuori del muro, per ritener quasi le colonne, et haranno sotto i piedi uno imbasamento grosso quanto è la colonna da basso: La altezza de le statue con tutto il suo imbasamento piglierà le otto parti de le undici di cosi fatto muro di sopra. Nella ultima sponda di poi di tutto questo lavoro, et massimo di verso la piazza o il mercato, si intaglieranno carrette con quattro cavagli, et statue maggiori, et animali, et effigie, et simulacri di cose cosi fatte: metterai per zoccolo a queste, sopra il quale si posino, alquanto di muro, alto per tre volte la cornice che gli è sotto, et vicina. Le statue principali che noi collocheremo in questo ultimo et più rilevato luogo, saranno più alte che quelle di sotto, le quali havevamo di già poste sopra le colonne, non più che il sesto, nè manco che i duoi noni. Nelle facciate de de mura, et in luoghi convenienti si metteranno gli Epitaffi, et le historie di rilievo in luoghi determinati, et determinati spatii, sieno eglino o cerchi quadrati, sotto l’arco: dal mezo il muro in sù sopra il quale si volta l’arco, si accomoderanno le historie di rilievo molto eccellentemente, ma dal mezo in giù rispetto alli schizzi non vi staranno già bene. Alle pilastrate per imbasamento si darà uno scaglione alto non più che un cubito, et mezo, et accioche il fuso de le ruote non lo scantoni, si farà spuntato con una ondetta a rovescio, et la ondetta sarà per il quarto de la altezza di detto imbasamento. Et di loro sia horamai detto a bastanza.


De lo adornare gli spettacoli, i Teatri, i luoghi da correre, et quanta sia la utilità loro.

cap. vii.


V
Engo hora a trattare de gli spettacoli. Dicesi che Epimenide quello che dormì in quella caverna cinquantasette anni nel murare che facevano gli Atheniesi uno spettacolo, diceva villania a quei Cittadini, dicendo: voi non sapete ancora di quante morti sia per esser questo luogo cagione? che se voi lo sapeste, lo sbranereste con i denti: et io non ardisco di biasmare i nostri Pontefici, et quegli che hanno a dare esempio ad altri, che con buono consiglio habbino levato via la usanza de gli spettacoli. Lodano Moise che voleva che tutti i suoi popoli si ragunassino in un Tempio solo ne dì solemni; et che in certi determinati tempi mangiassino tutti insieme. A che dirò io che costui havesse riguardo? volle veramente che gli animi de suoi Cittadini nel ragunarsi insieme, et mangiare insieme, diventassino più benigni, et più s’interzassino

di