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200 | della architettura |
De le Torri, et loro adornamenti.
cap. v.
D
icono che il principale ornamento de le Torri è che elle sieno poste in luoghi convenienti, et fatte con bonissimo disegno, et quando elle saranno assai insieme, presteranno di loro maravigliosa veduta: non dimeno io non lodo quella età, che fu dugento anni sono, la quale par che havesse una certa maladittione commune nel murare de le Torri, fino ne Castellucci, talche e’ non pareva, che a nessun Padre di famiglia fusse lecito il non haver la sua Torre, onde quali per tutto si vedevano selve di Torri. Alcuni sono che pensano che gli animi de gli huomini si vadino variando, secondo gli influssi de cieli; trecento o quattrocento anni sono fu tanto grande il fervore de la religione, che e’ pareva che gli huomini non fussino nati per altro, che per edificare Chiese, et Tempii. Non dico altro: in Roma hoggidì se bene la metà de gli edificii sacri son rovinati, io non dimeno vi ho visto meglio, che duomilia cinquecento Chiese. Ma che cosa è questa, che noi veggiamo tutta la Italia andarsi a ghara rinnovando? Quante Città vedevamo noi mentre eravamo fanciulli fatte tutte di asse, le quali hora sono state fatte di marmo? Torniamo a le Torri. Io non voglio quì raccontare quei che si legge appresso di Erodoto, che nel mezo del Tempio di Babilonia vi era una Torre, la basa de la quale per ogni verso era uno intero stadio, cioè uno ottavo di miglio, et era di otto impalcature poste l’una sopra l’altra: il qual lavoro certo io loderò molto nelle Torri, perche le impalcature in questi luoghi essendo sfogate, et alte, haranno del gratioso, et de lo stabile, pur che gli incatenamenti si assettino nelle volte di maniera, che e’ tenghino le mura insieme eccellentemente. La Torre sarà o quadra, o tonda: in qual si sia di questa è di necessità che la altezza corrisponda a certa determinata parte de la larghezza. La quadra havendo a essere sottile, sia larga per il sesto de la sua lunghezza: la tonda, sarà alta quattro de suoi diametri: quella che si harà a fare grossissima, se ella sarà quadra, non si farà più larga, che per il quarto de la sua lunghezza, et se tonda sarà lunga per tre diametri: alla grossezza de le mura; se ella sarà alta quaranta cubiti, non assegnerai mai manco che quattro piedi; ma se ella harà da essere cinquanta cubiti, farala di cinque piedi, et a quella di sessanta cubiti farala grossa sei piedi, et cosi andrai di mano in mano sequendo con questo ordine. Ma queste cose si aspettano alle Torri pure, et semplici. Ma e’ ci sono stati alcuni, che hanno aggiunto da lato di fuori a meza l’altezza de la Torre una loggia con le colonne staccate, et ci sono stati di quelli, che hanno fatta questa loggia a chiocciola a torno a torno, et alcuni che le cinsono di loggie, pari a torno a guisa di corone, et alcuni che le empierono tutte di effigie di animali. Il modo di fare questi colonnati non sarà differente da gli altri de le opere publiche, ma saracci lecito pendere con ogni cosa nel sottile, rispetto al peso de la muraglia. Ma chi vorrà fare una Torre sicurissima contro alle ingiurie de tempi, et piacevole anco a riguardarla, metterà sopra il primo piano quadrato un’altro piano tondo, et sopra quello tondo un’altro quadrato, et farà di mano in mano il lavoro più sottile, secondo l’ordine che si osserva nelle colonne. Descriveronne una quale io penso che sarebbe convenientissima. Inanzi tratto da la pianta quadrata si rilievi da terra uno imbasamento, l’altezza de la qual sia per la decima parte del tutto dell’opera dal capo al piede; la larghezza sia per il quarto di quella stessa altezza: nel mezo di ciascuna facciata sopra questo imbasamento si mettino due colonne, et una colonna per ciascuna cantonata distinte con i loro addornamenti, come poco fa ti dicemmo ne sepolchri. Et in sul medesimo imbasamento si ponga di poi il quadrangolo fatto, come un Tempietto; la larghezza del quale sia per due altezze de lo imbasa-men- |