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194 | della architettura |
mi, sopra i monti molto rilevati et molto alti. Quei di Alessandria al tempo di Strabone historico havevano serragli, et horti dedicati a sepellire i morti. Nella vicina età de nostri Antichi usarono di murare a canto a Tempii principali alcune stanze sacrate per mettervi i sepolchri; et per tutto il Lazio si veggono cimiterii de le casate intere, fatti sotto terra, et posti per ordine nelle mura i vasi pieni de le ceneri de gli abbruciati corpi, et vi sono ancora certe piccole memorie et nomi del Fornaio, del Barbiere, del Cuoco, de lo Stufaiuolo, et di simili che erano connumerati infra il numero de la famiglia, et de la casata; ma nell’urne dove e’ sotterravano i piccoli fanciulletti, che sogliono essere il sollazzo de le madri, formavano in quelle l’effigie loro di gesso; et le effigie de grandi, et massimo de nobili facevano di marmo. Questa era la usanza loro: ma noi non biasimeremo coloro che haranno ordinato di sotterrare i morti dove più si voglia, pur che in luoghi degni et honorati habbino descritti i nomi di quegli. Ultimamente le cose che grandemente dilettano in simili sepolchri, sono queste, il disegno di esso, et lo Epitaffio. Qual forma giudicassero gli Antichi, che fusse più di tutte le altre degna per i sepolchri, non lo saprei io dire cosi facilmente. Il sepolchro di Augusto in Roma fu fatto di marmi riquadrati, et coperto d’arbori, che sempre tenevano le foglie verdi, et in cima vi era la statua di Augusto. Neil’Isola Taurina non lontana da la Carmania, il sepolchro di Eritrea fu una gran massa di terra seminatovi sopra palme salvatiche. Il sepolchro di Zarina Regina de Sacri fu una piramide di tre faccie, et in cima una statua d’oro. Ad Archacheo Luogotenente di Xerse fu fatto da tutto lo esercito un sepolchro di terra amontata; ma e’ mi par vedere che tutti havessino questo per usanza, di voler variare l’uno da lo altro, non per far vergogna a sepolchri daltrui, ma per allettare con la lor nuova inventione gli animi de gli huomini a riguardargli: et da la tanto sparsa usanza de sepolchri, et da lo studio de lo haver trovato l’un di più che l’altro sempre nuovi disegni, vennono a tale, che e’ non fu possibil trovare più cosa alcuna che prima non fusse stata fatta et eccellentemente da altri: et tutte finalmente son fatte di maniera, che sono grandemente lodate, ma in tutti quanti ho io considerato, che altri non attesono ad adornare altro che quella parte, che teneva il corpo, et altri haver cerco più oltre, cioè di murare qualche altra cosa dove potessino con disegno accomodare gli Epitaffi, et la memoria de le cose che gli havevano fatte in vita; adunque quegli o si contentarono d’un solo cassone di marmo, o pure vi aggiunsono sopra un poco di tabernacoletto per quanto sopportava la religione di un tal luogo. Ma questi altri o murarono in quel luogo una colonna o una piramide, o una mole, et cose simili con lavoro grandissimo, non con intentione principale di sepellirvi il corpo, ma più tosto per lasciare il nome di quelli celebratissimo appresso de posteri. Non lontano ad Asone di Troade vi è una Pietra chiamata Sarcofago, che in un subito consuma i corpi: in un terreno ragunaticcio, et dove sono assai pezzami, si consuma presto lo humore. Ma io non andarò più dietro a simili minuzzie.
De le Cappellette, de sepolchri, de le Piramidi, Colonne, Altari, et Moli.
cap. iii.
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