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libro settimo. 171

per la duodecima parte in dietro, et feciono questo, perche e’ conobbono che que’ membri parevano membri arrovesciati, se eglino sportavano fuori ad angoli retti. Qui chieggo io di gratia a coloro, che trascriveranno questi miei libri, et ne li prego di nuovo, et da capo, che i numeri, de quali noi ci serviremo, sieno da loro scritti con lettere distesamente, et non con caratteri da abbaco, accioche ci si faccino manco errori. I Dorici adunque feciono il loro architrave non punto men grosso, che la metà de la colonna da basso, et in esso posono tre fasce, sotto la prima di sopra de le quali sono distesi alcuni regoletti, da qual s’è l’uno de’ quali spenzolano sei chiodi confitti dal di sotto del regolo, perche vadino a ritenere i correnti, le teste de’ quali escon fuori sino a essi regoli, et questo accioche detti correnti non rientrino in dentro. Tutta la grossezza di questo architrave divisono in dodici parti con le quali si dividono tutte le altre parti che seguono. Innanzi tratto assegnarono quattro di dette parti a la prima fascia da piede, et sei ne assegnarono a l’altra fascia, sopra questa che è quella del mezo, et l’altre due lasciarono a la fascia disopra, et de le sei parti de la fascia di mezo, una disopra fu lasciata a regoletti, et l’altra a chiodi che spenzolassero. La lunghezza di detti regoletti dodici parti, et i vani che furono lasciati puri tra regolo et regolo, furono per diciotto parti; sopra l’architrave posono per fregio i correnti, le teste de’ quali fatte di rilievo a piombo escono in fuori una meza parte; la larghezza di questi correnti sarà quanto la grossezza de l’architrave, et l’altezza una meza volta più, tanto che l’arrivi a diciotto parti: ne la fronte dinanzi di questi correnti s’intaglino per lo lungo tre solchi infra loro con spazii uguali incavati con angoli in isquadra, tanto che la sua apertura si aprirà per una de le assegnate parti: Et i canti vivi da le bande si scantonano per la metà d’una de le dette parti; i vani tra l’uno corrente et l’altro si riempiono di tavole larghe ugualmente dove si habbia a fare qualche bella opera, et pongono i correnti che col piombo loro posino sopra il sodo de le lor colonne: Et le teste de correnti escono fuori de le tavole per una meza parte, et i piombi de le tavole battono apunto con la fascia più bassa del posto architrave. In queste tavole vi intagliano dentro teste di tori, bacini, ruote, et cose simili; sopra ciascuna di queste fasce, et di questi correnti si mette in cambio di cimasa la sua fascia larga due de le già dette parti. Fatto questo vi si pon sopra una cimasina grassa per due parti con disegno a guisa di canaletto. Sopra questa cimasina si distende (che cosi lo chiamo) un pavimento grosso tre parti, che si adorna con vuova piccole cavate forse (s’io non m’inganno) da la imitatione de sassi, che nel pavimento escono fuori del ripieno de la calcina. Sopra questo pongono le mensole larghe apunto quanto i correnti, et grosse quanto il pavimento, et ciascuna si mette di maniera che corrisponda a correnti, che ella ha sotto, et sportano con gli aggetti tanto, che escono fuori dodici parti: Le teste de le quali si segano a piombo, et vi si pon sopra la cimasa: sopra le mensole si fa una gola, de tre quarti d’una parte, ma ne’ vani, che appariscono sotto fra l’una mensola et l’altra, s’intaglia una rosa, o un fiore di branca orsina. Sopra le mensole si pone la fronte de l’opera, cioè il gocciolatoio et la gola con lo intavolato, la quale contiene in se quattro parti, et questa fronte è fatta d’una cimasa, et d’una gola, percioche la gola è una parte et mezo. Se a cosi fatto lavoro si harà a porre il frontispicio, in esso si trasferiscono tutte le membra d’essa cornice; et in qual si sia l’una si pigliano tutte le parti di ciascuno membro apunto secondo il determinato disegno, accioche elle corrispondino apunto a loro piombi, et venghino terminate da le stesse linee. Ecci questa differentia infra i frontispicii et le prime cornici, che sempre ne’ frontispicii si mette sopra le cornici il grondatoio, che appresso de Dorici è una cimasa con un’onda grossa per quattro parti, et detto grondatoio, o cimasa, non si mette mai sopra le cornici, che hanno ad havere adosso il frontispicio,


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