uno editto, che tutte quelle cose, che e’ non vi conducessino, et fussino ritrovate altrove, fussino applicate al fisco. Questo medesimo faranno volentieri da per loro i convicini, et gli altri forestieri, quando e’ saperanno d’havervi a stare sani, et dilicatamente, et abbondantemente, et infra gente ben costumata. Ma arrecheranno principalissimo ornamento a le Città, essi siti de le strade, de le piazze, et di ciascuno altro edificio, se saranno condotti, conformati, et collocati tutti commodamente, et bene ciascuno secondo il bisogno: Percioche tolto via l’ordine da le cose, non sarà certo cosa alcuna, che dimostri d’essere commoda, grata, o degna. Ad una ben costumata, et ordinata Città, dice Platone, bisogna provedere per via di legge, che non vi si introduchino le delicature de forestieri; et che nessuno Cittadino, se non finiti i quaranta anni, possa andare fuori. Et che i forestieri che per attendere a gli studii saranno stati raccolti ne la Città, poi che haranno fatto profitto, se ne rimandino a casa loro. Et questo si fa, perche egli accade che per contagione de forestieri i Cittadini si sdimenticano di dì in dì di quella parsimonia, con la quale furono allevati da lor padri, et cominciano ad havere in odio quelle usanze, et costumi antichi. La qual cosa è potissima cagione, che le Città vadino peggiorando. Racconta Plutarco che gli Epidauri havendo avvertito, che i loro Cittadini diventavano cattivi per il commertio ch’egli havevano, con gli Illiri, et imparavano con i loro perversi costumi ad innovare sempre qual cosa ne la loro Città, insospettiti per tal conto elessono fra tutta la loro moltitudine un Cittadino per anno, huomo grave, et circonspetto, che andasse a gli Illirici, et comperasse, et conducesse tutte quelle cose, che qual si voglia Cittadino gli commettesse. In somma tutti i savii convengono in questo ch’e’ vogliono, ch’e’ si habbia una grandissima cura, et diligentia, che la Città non si corrompa per il commertio de forestieri, che vi capitano; nè io penso che e’ sia però da imitare coloro, che non vogliono che vi capiti alcuna sorte, o qualità d’huomini. Appresso de Greci, secondo il costume antico, era usanza di non ricevere dentro ne la Città que’ popoli che non erano in lega insieme, nè per questo anche inimici, se talvolta e’ venissero armati peraventura a casa l’un de l’altro: ma ne anche scacciarli, et però gli alloggiavano lungo le mura, non lungi dal mercato de le cose da vendersi, acciò mediante quelle i forestieri si potessino rinfrescare, se di cosa alcuna havessero di bisogno, et i Cittadini potessino stare sicuri da pericoli. Ma io lodo veramente i Cartaginesi, percioche e’ ricevevano dentro i forestieri; ma non volevano però che egli havessero cosi ogni cosa a comune con i Cittadini: l’altre strade per andare a la piazza, o tal mercato erano comuni con i forestieri, ma i luoghi più riposti de la Città come gli Arzanali, et simili non gli lasciavano, non che altro vedere. Noi adunque ammaestrati da tali esempii, divideremo la pianta de la nostra Città talmente che non solo i forestieri vi habbino le loro habiture separate, et commode per loro, et a Cittadini non scommode; Ma in modo ancora che i Cittadini possino infra loro conversare, negociare, et habitare bene commodamente, et con dignità secondo il bisogno, et grado loro. Renderà certo la Città gratiosa, se diverse botteghe d’artieri staranno in diverse strade, et regioni in luoghi convenienti, et accomodati. Percioche nel mercato staranno bene gli Argentieri, i Dipintori, gli Orefici. Oltra questi gli Spetiali, i Sarti, et simili, e quelli, che fanno gli esercitii più honorati; ma ne luoghi più lontani debbono stare le arti più sporche, et più lorde, il fetore de Coiai si manderà ad stare lontano, et verso Settentrione; percioche da quel luogo i venti vengono di rado ne la Città, o tanto furiosi, che più presto volano, che e’ passino. Saranno forse alcuni a chi piacerebbe più tosto che le habitationi de Nobili fussino tutte insieme libere, e purgate dal mescuglio de la plebe. Altri vorrebbono più tosto che tutte le regioni de la Città, fussino cosi ordinate che per tutto si trovassero quelle cose, di che si può havere di bisogno, et per