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142 della architettura

obbedire, sicome è quando i pesi si muovano a piano, et per vie non impedite. Tutti gli altri movimenti, che sono più vicini o a questi, o a quelli, sono o tanto più facili, o tanto più difficili. Ma in che modo i grandissimi pesi si possino muovere, pare che la stessa natura de le cose in gran parte l’habbia dimostro. Però che e’ si può vedere che i grandissimi pesi che si pongono sopra una ritta colonna, sono perturbati da piccola percossa, et quando e’ cominciano a muoversi per cadere, non si possono con forza alcuna ritenere. Puossi ancor vedere che esse colonne tonde, et le ruote, et le altre cose da girare son facili a muoversi, et malvolentieri si fermano se cominciano a rotolare, et se si tirano di maniera che non ruotolino, non camminano cosi facilmente. Oltra di questo si vede manifesto che i grandissimi pesi de le Navi si muovono sopra l’acque ferme con poco spignerle se tu continovi di tirarle: Ma se tu le percoterai di qual si voglia grandissimo colpo, non si moveranno cosi subito, come vorresti. Et per il contrario con un subito colpo, et con una furiosa spinta si muovono alcune cose, che giamai senza una straordinaria forza di pesi grandissimi si sariano possute muovere. Sopra il diaccio ancora i grandissimi pesi non repugnano a chi gli tira. Veggiamo ancora che quelle cose, che pendono da un lungo canapo, per alquanto di spatio son pronte ad esser mosse. Il considerare le ragioni di queste cose, et lo imitarle sarà a proposito: noi ne tratteremo succintamente. Bisogna che il disotto del peso sia saldissimo et uguale, et quanto e’ sarà più largo, tanto manco consumerà il piano ordinatoli sotto: ma quanto e’ sarà più sotile, tanto sarà più espedito: vero è che e’ farà solchi nel piano, et affonderavvi. Se nel disotto del peso vi saranno angoli, se ne servirà come di ugnoni ad afferrarsi nel piano, et a resistere al viaggio. Se i piani saranno lisci, gagliardi, uguali, forti, non pendendo da alcun lato, non si alzando da alcun’altro, non affondando da alcun lato, che impedisca, quel peso certamente non harà cosa alcuna che li contrasti, o per il che recusi di obbedire, eccetto questa sola cosa, cioè che esso peso di sua natura è grandissimo amico de la quiete, et però tardo, et lento. Considerando forse Archimede a simili cose, et esaminando più profondamente la forza de le cose, che noi abbiamo dette, fu indotto a dire, che se e’ si trovasse basa di tanta gran macchina, che gli darebbe il cuore di tramutare il Mondo. Lo ordinare il fondo del peso, et il piano sopra a che si hà a tirare, il che noi quì cerchiamo, ci verrà fatto commodamente. Distendinsi travi tante, et tanto grosse, et tanto gagliarde, che sieno bastanti al peso, salde, uguali, lisce, congiunte pari insieme, infra il fondo, et il piano: vi è di bisogno d’un certo che di mezo, che faccia il cammino lubrico, il che si fa con sapone, o con sevo, o con morchia, o forse con belletta. Ecci ancora un’altro modo di fare il cammino lubrico, cioè con curri messivi sotto a traverso, i quali se in questo luogo saranno assai, difficilmente si acconcieranno diritti, a linee uguali, et determinate al disegnato viaggio, il che è di necessità che si faccia, acciò non dieno noia, et non conduchino il peso a l’una de le bande: Ma che ad una sola spinta faccino tutti bene l’offitio loro. Et se e’ saranno pochi, certo che durando sotto il peso fatica, o si consumeranno, o stiacciatisi si fermeranno, overo con quella una sola linea con la quale toccano il fondo del peso, si ficcheranno, et si fermeranno quasi come un taglio nel peso, o nel piano. Il curro è composto di più cerchi congiunti insieme, et i Mathematici dicono che il cerchio non può toccare una linea retta più che in un punto: per questo chiamo io taglio del curro quella linea sola del curro che dal peso è aggravata: a questi curri si provederà bene se si torrà legnami sodi, serrati, et con il disegnare et dirizzare le linee secondo la squadra.


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