Pagina:Alberti - Della architettura della pittura e della statua, 1782.djvu/148


della architettura 126

et dilicate. Sonvi inditii per i quali facilmente ci persuaderemo, che appresso de gli Antichi furono i cammini, ma non come i nostri, percioche egli è uno detto antico, che dice, che fummicavano le sommità de tetti. Questo medesimo, eccetto che in Etruria, et in Lombardia, veggian noi che si è osservato insino a tempi nostri per tutta Italia, che e’ non era nessun cammino con la gola che uscisse sopra i tetti. Dice Vitruvio che ne le sale per lo inverno non è cosa utile il dipignere leggiadramente le volte, perchè dal fummo del fuoco, et da gli spessi lumi si guastano. Anzi tingevano la volta sopra il focolare con inchiostro, accio che quello scuro fattovi da la pittura paresse fattovi dal fummo. Altrove trovo che gli usavano legne purgate, et che fussino senza fummo, le quali si chiamavano carboni, et per questo conto i legisti non vogliono che i carboni sieno spetie di legne, accioche tu possi pensare che eglino usavano i caldani di ferro, et di rame dove e’ facevano fuoco, secondo che il caso et la dignità ricercava. Et forse che chi andava al soldo, et che era avezzo su la guerra, si come tutti erano insieme ad una, non usavano cammini. Ne ci concedono i Medici che noi stiamo continovamente a gran fuochi. Dice Aristotile che gli animali hanno le carne sode mediante il freddo. Et avvertirono coloro che fanno professione di simili cose, che i lavoranti, che attendono a le fornaci, diventano quasi tutti in viso, et ne la pelle crespi, et grinzosi, et dicono che ciò avviene da questo, che le carni tirate et distese per il freddo, perdono quel sugo del quale si genera la carne, perche e’ si distilla mediante il fuoco, et se ne và in vapori. In Lamagna, et fra Colchi, et in altri luoghi, dove è di necessità valersi del fuoco, per difendersi da freddi, usano le stufe: de le quali si tratterà a luoghi loro. Torniamo a cammini che bisogna sieno fatti a questo modo per servirsene: Egli e di necessità, che il cammino sia pronto, che vi capino intorno assai, sia luminoso, non vi tiri vento, habbia niente dimeno onde esca il fummo, che altrimenti non salirebbe suso ad alto, et però non si faccia un cantone, non troppo fitto dentro nel muro, non occupi ancora lo apparecchio principale, non sia molestato da venti di finestre, o di porte, non esca in bocca troppo fuori del diritto del muro, habbia la gola grande, et larga da destra in sinistra, et diritta a piombo, alzi la testa sopra qualunche altezza della muraglia, et questo si perche si fugga i pericoli dello abbruciare; si ancora accioche raggirandovisi il vento per il percuotere in qualche parte del tetto, non ritardi l’uscita al fummo, et non lo rimbocchi in giuso. Il fummo di sua natura per essere caldo saglie ad alto, ma poi per il calore de le fiamme, et del cammino si spinge con più velocità; ricevuto adunque nella gola del cammino, si serra come per un canale, et per l’impeto de le fiamme, che lo secondano, esce non altrimenti che un suono d’una tromba. Et si come avviene che la tromba se ella è troppa larga, non rende il suono chiaro per il rivoltarvisi dell’aria, cosi interviene ancora del fummo. Cuoprasi la testa del cammino per amor delle pioggie, et faccinvisi all’intorno naselli, che sportino in fuori, con alie dalle bande, accio rimuovino le molestie de venti, et infra l’alie, et i naselli si lascino le buche per l’uscita del fummo, et dove tu non possi far questo, farai un paravento che vorrei stesse fitto sopra un perno ritto. Il paravento è una cassetta di rame, larga di maniera che abbracci le bocche de la gola del cammino, habbia quella medesima sopra come per cimiere una lama di ferro che guidata come un timone volti la testa a venti che soffiano. Grandissimi commodità ti arrecheranno se in cima de cammini metterai a lo intorno alcuni corni di bronzo, o di terra cotta, larghi et aperti con la bocca larga volta ne la gola del cammino a lo in giu, per la quale i ricevuti fummi da la bocca più larga, eschino di sopra per la più stretta a dispetto de venti. A le sale bisogna accommodarvi le cucine, et le dispense dove si riponghino le cose, che avanzano da le cene, et i vasi, et le tovaglie. La cucina non vuol esser ne


su