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libro quinto. 105

De luoghi de la Fortezza, dove i Soldati hanno a far le guardie, et dove gli hanno a stare a combattere. De tetti di detta Fortezza, et come si debbino afforzificare, et de le altre cose necessarie a la Fortezza, e di uno Re, o d’uno Principe nuovo.

cap. v.


I
Luoghi dove i Soldati hanno a stare a far le guardie, et a difendere la muraglia, si debbono distribuire di maniera, che alcuni habbino a guardare le parti da basso della Fortezza, et alcuni quelle da alto; et altri sieno destinati a varie cure, et officii. La entrata finalmente, et l’uscita, et ogni appartamento debbe esser cosi ordinato, et afforzificato, che non possa essere offeso, nè da la perfidia de gli amici, nè da gli inganni, o fraude de gli inimici. A tetti de la Fortezza, accioche non sieno rovinati da i pesi de le macchine, si debbe dar fine con uno angolo acuto, o con un gagliardo lavoro, et si fermeranno con spessissime travi; dipoi mettavisi la coperta, et in quella le doccie senza calcina, o terra alcuna, per le quali se ne vadia l’acqua raccoltavi. Dipoi si cuoprino di pezzami di terra cotta, o più tosto di pomici alzandovele un braccio, et mezo; et cosi non haranno paura nè de pesi, che gli cadranno sopra, nè de fuochi. In somma una Fortezza si debbe far non altrimenti, che se tu havessi a fare una piccola Città. Affortifichisi adunque con uguale lavoro, et arte che una Città, et vi si accommoderanno l’altre cose che faccino a bisogno. Non vi manchi l’acqua. Sienvi luoghi a bastanza da potervi tenere, et mantenere i Soldati, le armi, i grani, le carni salate, et l’aceto, et inanzi ad ogni altra cosa le legne. Et in detta Fortezza quello Torrione che noi chiamammo principale, sarà quasi come una Fortezza minore, nel quale non deve mancar cosa alcuna di quelle che si desiderano in una Fortezza. Debbe havere la cisterna, et i ripostigli di tutte le cose, mediante le quali egli si possa abbondantemente nutrire, et difendere. Debbe ancora havere uscite onde e’ si possa assaltare ancora i suoi medesimi a lor mal grado, et d’onde si possa metter dentro soccorsi. Non vò lasciare indietro questo, che alcuna volta le Fortezze si sono difese mediante le fosse coperte da acqua: et che alcuna volta le Città si sono prese per le Fogne. L’una, et l’altra di queste cose giovano a mandar fuori avvisi. Ma e’ bisogna havere cura che simili cose possino nuocerti poco, et giovare assai. Faccinsi dunque commodissime, vadino torte, sbocchino in luoghi profondissimi, di maniera che uno armato non vi cappia, et che uno disarmato non possa se non chiamato, et intromesso dentro, entrare ne la Fortezza. Termineranno commodamente ne le Fogne, o più presto in un luogo arenoso abbandonato, et non conosciuto, o ne le secrete tombe, o sepolture de Tempii. Oltra di questo non si dovendo mai far beffe de li accidenti, et de casi humani, certamente che ti gioverà grandemente havere una entrata ne la più intima parte de la Fortezza, che tu solo la sappia, da la quale quando mai accadesse che tu ne fussi serrato fuori, tu possi in un subito corrervi con i tuoi armati, et entrarvi, et gioverà forse a questo, havere una certa parte di muro ascosissima, che non sia murata a calcina, ma con terra solamente. Hora habbiamo dato fine a quelle cose che son necessarie a fare per rispetto di uno solo, che comandi a gli altri, o sia egli Re, o pur Principe nuovo, quale di sopra dicemmo.

O Di