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DELLA ARCHITETTURA

di

leon batista alberti.

libro quinto.

NEL QUALE SI TRATTA DE GLI EDIFIZII PARTICOLARI.


De le Fortezze, et de le habitazioni che hanno a servire per i Re, et per i Signori, et de le loro differentie, et parti.

cap. i


D
Isputammo nel passato libro, che egli è di necessità accommodare variamente gli edificii et ne la Città, et ne le Ville, secondo i bisogni de Cittadini, et de gli habitanti; et dimostrammo, che altri edificii s’aspettano alla università de Cittadini, altri a Cittadini più degni, et altri a più ignobili: Et finimmo il ragionamento di quelli, che a la università si aspettavano. Ordinerassi adunque questo quinto libro, acciò serva a la necessità, et a la commodità de particolari. Ne la qual cosa certo et varia, et grande, et difficile ad esplicarsi, ci sforzeremo per quanto sarà in noi di ingegno, et d’industria, ch’e’ si habbia a conoscere, che noi non habbiamo voluto lasciare in dietro cosa alcuna, che in qualunque luogo si voglia, potesse fare a proposito, o che potesse havere ad essere desiderata da alcuno; ne aggiugnercene ancora alcuna che giovi più ad abbellire il parlar nostro, che a mettere ad effetto la nostra intentione. Comincieremoci adunque da le cose più degne. Dignissimi sopra tutti gli altri sono coloro, a cui è data l’autorità, et il freno in mano del moderare le cose. I quali o veramente sono parecchi, o pure un solo. E’ bisogna che costui, se sarà solo sopra tutti, sia ancora sopra di tutti gli altri il più degno. Andremo adunque considerando quelle cose, che per rispetto di costui che sarà solo, sieno da farsi: Se prima però noi delibereremo, il che molto importa, quale habbia da essere costui, o simile a uno, che con integrità, et iustitia comandi a coloro, che da lui vogliono esser comandati; et non si muova tanto per lo interesse suo proprio, quanto per la salute, et per la commodità de suoi Cittadini; o simile a quello, che voglia haver ordinate le cose con i suoi subditi: di maniera che e’ possa comandar loro, ancorche e’ non volessero. Conciosia che e’ non bisogna che e’ sieno si la maggior parte de gli edificii, si ancora essa Città fatta in un medesimo modo per coloro, che sono diventati nuovamente Principi assoluti, et per coloro, che posseggono, et difendono uno governo, nel quale sieno entrati come che in uno Magistrato datogli per a tempo. Habbino i Re le Città loro afforzificate grandemente, molto più da quella banda, da la quale possino scacciare gli inimici, che gli venissero addosso. Et quelli, che nuovamente son diventati Principi assoluti, havendo per inimici non manco i suoi, che i forestieri, bisogna, che affortifichino la Città loro non meno contro a suoi, che contro a forestieri: et talmente debbe essere afforzificata, che e’ possa a un bisogno valersi de lo aiuto et de suoi, et de forestieri ancora contro a suoi. Nel passato libro dimostrammo come si haveva a fortificare una Città contro a gli inimici forestieri; considereremo al presente quel che ella voglia havere contro

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