nando il tempo de gli altri secoli. Sono da gli Dei mandati portenti, per i quali siamo avertiti, in che tempo qualunque secolo finisca. Queste cose scrissero costoro. Et in oltre aggiungono, che i Toscani seppono con queste argomentationi molto bene i loro secoli; conciosia che e’ lasciarono scritto di questa maniera, che i loro primi quattro secoli dovevano durare ccntocinque anni l’uno; il quinto centoventitre; il sesto diciannove; et altrettanto il settimo; lo ottavo esser quello, nel quale si ritruovavano al tempo de gli Imperatori; et che il nono, et il decimo gli havevano ad avanzare: et da questi inditii pensavano non essere cosa ascosa, il sapere quali dovessino essere i secoli futuri. Et feciono coniettura, che Roma dovesse haver l’Imperio del tutto da questo, che in quel giorno che ella fu collocata, uno de nati nel medesimo giorno s’acquistò l’Imperio di lei. Et questo trovo che fu Numa. Imperoche Plutarco racconta che a diciannove dì di Aprile fu posta Roma, et nacque anco Numa. Ma quelli di Lacedemonia si gloriavano di non havere la loro Città cinta di mura. Percioche confidatisi ne le armi, et ne la fortezza de loro Cittadini, si pensavano esser assai fortificati da le leggi. Gli Egittii, et i Persiani, per il contrario, pensarono che e’ fusse bene cingere gagliardamente le loro Città di mura. Conciosia che et gli altri, et Ninive, et Semiramis ancora, vollono che le mura de le loro Città fussino talmente grosse, che in cima di quelle potessino passar duoi carri a un tratto, et le alzarono tanto alte, che passavano braccia settantacinque. Arriano racconta che le mura di Tiro erano alte braccia centododici, et mezo. Et sonsi trovati di quegli, che non si sono contentati di essere cinti di uno solo circuito di muraglia. I Cartaginesi cinsono la Città loro di tre circuiti di mura: Et Erodoto scrive che i Deiocei cinsono la Città Cebetana, ancor che ella fusse posta in luogo rilevato, di sette circuiti di mura. Ma noi che conosciamo trovarsi in esse mura difese gagliardissime, per difendere la salute, o libertà, essendoci superiori gli inimici, o per numero, o per fortuna; Non approviamo però il parere di costoro, che vollono le loro Città spogliate di mura; nè il parere di coloro ancora, che pare che ponessino ogni loro speranza di difesa ne le mura de la Città. Io nientedimeno acconsento a Platone; essendo naturalmente qualunque Città in ogni momento di tempo, sempre esposta a pericoli d’esser fatta suggetta; poiche da la natura, o da costumi,de gli huomini è dato, che nessuno nè in publico, nè in privato habbia mai posto termine a l’ingordo desiderio, che si ha, de lo havere, et del possedere più che quello, che si possiede; da la qual cosa principalmente è nata ogni ingiuria d’armi. Si che chi negherà che e’ non si debba aggiugnere guardie a le guardie, et forzificamenti? secondo che altrove habbiamo detto. Quella Città sarà più di tutte l’altre capace, che sarà tonda. Sicurissima quella che sarà cinta di mura interrotte hor in dentro, et hor in fuori, come dice Tacito, ch’era Hierosolima; Percioche e’ tengono per fermo che non si possa senza pericolo entrare infra due parti che sportino infuora; nè con certa speranza si possino accostar le macchine da guerra a le teste: avertiremo niente dimeno a pigliar le commodità, che ci si offeriscono a beneficio di esso castello, o terra: La qual cosa abbiam noi notata, che fecero gli Antichi, secondo la opportunità, et secondo la necessità de luoghi. Conciosia che Antio antica Città de’ Latini, per abbracciar il seno del lito mediante le reliquie de le antiche rovine, si dimostra essere stata molto lunga. Il Cairo sul Nilo dicono ancora che è molto lunga. Palumbrota Città de la India, in Grasii, scrive Metastene che fu lunga sedici miglia, larga tre, distesa a seconda de la fiumara. Il circuito de le mura di Babilonia dicono che fu quadrangolare. Et Memfi dicono che haveva le mura fatte a modo di uno D. Finalmente qualunque disegno di circuito tu ti approvi, Vegetio si pensa che e’ sia assai a bastanza per necessità de la cosa, se tu farai le mura tanto larghe, che duoi Soldati armati standovi a la difesa, possino riscon-