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sono più pure, et quelle de la sera più humide. Et per l’opposito, le breze Occidentali al levar del Sole sono più spesse, et al tramontare di esso più leggieri. La qual cosa se cosi è, non saranno mai biasimate quelle Città, ne le quali la fiumara entrerà di verso Levante, et uscirà in verso Ponente: Percioche quella breza, o venticello che si lieva col Sole, o veramente manderà via i vapori fuori de la Città, se alcuni ve ne saranno cattivi, o ella nel suo arrivare, non gli accrescerà punto. Finalmente io vorrei più tosto che i Fiumi, i Laghi, et simili, si stendessino verso Borea, che verso Austro, pur che la terra non sia posta a bacio, sotto un Monte, che è il peggior sito, che esser possa. Lascio le altre cose, che habbiamo disputate di sopra: E’ si sà che Austro certo è molto grave, et di natura tardo; talmente che piene le vele de Navili de la sua gravezza, quasi come oppressi da un grandissimo peso si affondano ma Borea per il contrario, par che faccia et il Mare, et i Navili leggieri. Pure qual se l’uno di questi, è bene che ti stia lontano, più tosto che riceverlo dentro tale che e’ basta, o si appicchi a le facciate de le mura: Et biasimano grandemente quelle fiumare, che corrono infra ripe molto scoscese, con gran fondo, sassoso, et ombroso; percioche le acque sue sono nocive a bere, et l’aria sopra vi è mal sana. Oltre a questo il porsi lontano da stagni, et paludi d’acque morte, et fangose, è certo cosa da huomini savi, et considerati. Non replico le infermità de l’aria, che in questo luogo si raccozzano. Hanno certo da natura simili luoghi, oltre a tutti, i fastidii de la State; come sono i fetori, le pulci, et altri schifi animali, et simili che quando tu pensi che l’aria vi sia purgatissima, et nettissima, e’ non vi ti manca quel che noi habbiamo detto, che interviene ne le pianure, che ne lo Inverno vi sono eccessivi freddi; et ne la State ribollimenti stemperatissimi. Ultimamente e’ bisogna havere una estrema cura, et diligenza, che o monte, o ripa, o lago, o palude, o fiume, o fonte, o qual altra di queste cose tu ti voglia, non vi stia di maniera, che ella possa rendere forte il nimico, o difenderlo, et arecare a suoi Cittadini da alcuna de le bande incommodità veruna. Et questo basti de la regione, et del sito de le Città.


Del circuito, de lo spatio, et de la grandezza de le Città; de le forme, st figure de le Terre, et de le Mura, et del costume; de le cerimonie, et osservationi de gli Antichi, in disegnar le Città.

cap. iii.


N
Oi deliberiamo che e’ bisogni variare il circuito di essa Città, et il modo di distribuire le parti, secondo la varietà de luoghi, conciosia che alcuna volta si vede che e’ non si puo ordinare ne Monti uno disegno di muraglia o tonda, o quadra, o di che altra forma tu ti pensi che sia buona, con quella facilità che in una pianura aperta. Gli Architettori antichi nel cerchiare le terre di muraglia biasimarono le cantonate che escono fuori de diritti delle mura, credendo che esse giovassero più a gli nimici nel dare lo assalto, che a Terrazzani nel difendersi, et che le fussino debolissime a reggere contro a le percosse de le macchine da guerra: Et certo, per tradimenti, et per tirare le freccie, le giovano non poco a gli nimici, havendo essi massimo commodità di poter scorrere la campagna, et di ritirarsi. Niente dimeno le sono alcuna volta di grandissimo aiuto ne le Città di montagna, essendo poste a riscontro de le strade. A Perugia celebratissima Città, per havere ella i Borghi sparsi su per i Colli, non altrimenti che le dita de le mani, che si sporgono in fuori, se inimici vorranno dar l’assalto a la cantonata, poi che vi saranno andati con molta gente, non haranno donde assaltarla, et quasi messisi sotto una fortezza, non saranno bastanti a sostenere l’impeto de le cose, che

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