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libro quarto. 81

di andare fuori per alcuna cosa necessaria: et sia afforzificato in tal modo il circuito de suoi confini, che dal nimico non vi si possa entrare cosi facilmente, et che ella possa a sua posta mettere fuora eserciti ne le provincie d’altri, et contro a la voglia del nimico. Imperoche egli affermano che una Città cosi collocata, puo difender se, et la libertà sua, et allargarsi molto d’imperio. Ma che dirò io quì? Questa lode principalmente è attribuita a lo Egitto, cioè che egli sia da ogni banda oltre a modo affortificato, et quasi del tutto inaccessibile: conciosia che da un lato habbia opposta la marina, et da l’altro un diserto grandissimo, da la destra ripidissimi Monti, et da la sinistra Paludi larghissime. Oltre a che la fertilità del terreno vi è tanta, che gli Antichi dissono, che lo Egitto era un publico granaio del Mondo: Et che gli Dii erano soliti rifuggire in quel luogo, per recreatione, et salute de gli animi loro. Non avenne niente dimeno, secondo che scrive Giosefo (benche questa regione fusse tanto forte, et tanto abbondante, che ella si gloriasse di potere dare da mangiare a tutto il Mondo, et ricevere, et albergare, et salvare essi Dii) che ella fusse però in ogni età libera. Ben dicono adunque coloro il vero, che favoleggiando dicono che le cose de Mortali non sono sicure, se bene in grembo a esso Giove. Et però ci parerà immitare quella risposta di Platone, il quale essendo dimandato in qual luogo si potria trovare quella preclara Città, che egli s’era immaginata; Noi, rispose, non siamo iti dietro a questo, ma siamo iti investigando, in qual modo se ne potesse fare una migliore di tutte l’altre: tu anteporrai quella a tutte l’altre, che manco si discosterà da la similitudine di questa. Cosi ancor noi, quasi che adducendo esempi, descriviamo quella Città, la quale da gli huomini dottissimi sia per esser giudicata per ogni conto da dovere essere commodissima: accommodandoci ne le altre cose al tempo, et a le necessità de le cose, terremo quella oppenione di Socrate di giudicare che quella cosa, che da per se stia di maniera che ella non si possa mutare se non in peggio, sia veramente la migliore. Et per tanto noi deliberiamo, che la Città debba essere talmente fatta, che e’ non vi sia incommodità alcuna, di quelle che noi raccontammo nel primo libro, et che non vi manchi cosa alcuna, che alla necessità de la vita si desideri. Habbia la campagna sanissima, larghissima, varia, amena, fertile, forte, ripiena, et ornata d’ogni abbondantia di frutti, et abbondantissima d’acque. Sianovi fiumare, laghi, aperta la via di Mare, donde commodissimamente si possino condur dentro le cose, che mancano, et mandar fuori quelle che avanzano. Tutte le cose finalmente porgeranno aiuto a lo stabilire, et a lo accrescere eccellentemente et le cose civili, et le armi, con le quali essa Città possa porgere aiuto a suoi, ornamenti a se stessa, diletto a gli amici, et a nimici spavento. Et crederò che quella Città la faccia bene, che a dispetto del nimico possa coltivare una gran parte del suo terreno. Bisogna finalmente che la tua Città sia collocata nel mezo de la campagna in luogo che la possa sguardare a lo intorno il suo paese per tutto, et discernere le cose opportune, et essere presta dove la necessità lo ricerchi; Donde il Contadino, et lo Aratore possa continovamente uscire a lavorare, et tornare ancora in uno instante dal campo, carico di frutti et di ricolte. Ma importa grandissimamente porla o nella pianura spazzata, o sopra il lito, o ne monti; Conciosia che in qual s’è l’uno di questi luoghi, vi sono alcune cose che ti andrebbono a l’animo, et alcune ancora, che non ti piacerebbono. Nel condurre Dionisio lo essercito per la India, se gli ammalò per il caldo; onde lo ridusse a monti; per il che, presa in uno instante di quella aria sanissima, ritornò subito sano. Quegli che primi collocarono le Città su per i Monti, pare che lo facessino, perche e’ conoscessino di dovere stare in simil luoghi, molto più che altrove sicuri; ma egli vi hanno carestia de le acque: La pianura ti presterà commodità grandissima d’acque, et di fiumare; ma ella è coperta d’aria più grossa, onde la State vi saranno caldi


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