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istorietta amorosa 409

Da non prendere troppo sul serio il nome del Boccaccio in fondo al cod. O1, il quale potrebbe comunque riferirsi al Filostrato e al Ninfale ivi copiati prima della novella (ma non sarebbe, per altro, caso unico di attribuzione di un’opera dell’Alberti al Boccaccio; v. sopra, p. 369). Ci pare che le obiezioni del Moore citate sopra non reggano: non diremmo che il tenore dell’Ecatonftlea sia misogino, ma anche se lo fosse, non escluderebbe la rappresentazione nella novella di un tipo di amore diverso e «romantico». Più grave il problema dello stile, che il Moore non affrontò, contentandosi di diffidare delle affermazioni del Bonucci. Entro certi limiti, sul piano cioè dei lamenti e dei discorsi degli amanti, è possibile fare confronti tra la novella e la Deifira e l’Ecatonfilea2, e riconoscere una certa somiglianza di temi e di espressioni, anche se bisogna confessare allo stesso tempo che la rappresentazione dell’amore nella novella appare relativamente semplicistica e molto meno sottile. I dubbi semmai nascono piuttosto dalla parte narrativa, per cui non abbiamo termini precisi di confronto tra le altre opere dell’Alberti. Si consideri per esempio l’uso frequente nella novella ad inizio di frase della ripresa narrativa e congiuntiva Di che, che non ci risulta essere adoperata dall’Alberti nelle altre opere volgari. D’altra parte la novella è scritta con una certa eleganza ed economia stilistica, degna di uno scrittore colto quale l’Alberti. In essa (cioè nella versione da noi seguita, di cui diremo sotto) non figurano elementi linguistici o stilistici tali da permettere senz’altro un giudizio negativo sulla questione dell’attribuzione all’Alberti. L’amico Cristoforo Landino lo qualificava «nuovo cameleonte» come scrittore; ed è giusto rilevare la gran varietà di stili usati dall’Alberti per non escludere in base a criteri troppo rigidi l’attribuzione a lui di questa novella.

Se la novella è effettivamente dell’Alberti, come, soprattutto dal cod. L, siamo portati a credere, sarebbe l’unico suo tentativo nel campo della prosa narrativa volgare, che si affianca alle altre sue opere amatorie in prosa e in versi. Giova notare però che l’Alberti era autore di una specie di novella amorosa in latino, intitolata Amores, venuta recentemente alla luce grazie ad una felice scoperta del Garin di intercenali inedite3. Anche se in essa la rappresentazione dell’amore e della donna

  1. Il Singer (prefazione alla ed. cit. sopra, n. 9) pensò al Boccaccio perché nel suo cod. (ora Laur. Ashb. 1257), la novella figurava accanto a Fiammetta.
  2. Cfr. p . es. sopra a pp. 211 sgg., 276, 281, Deifira, passim.
  3. ’L. B. A., intercenali inedite, a cura di E. Garin, Quad. di «Rinascimento», 1964, pp. 127-42 .