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l’attribuzione all’Alberti della novella in prosa, e a fortiori della versione in ottave1. Il Dì Francia, pur condividendo il giudizio del Mancini sul poema, era propenso invece ad attribuire la prosa all’Alberti 2. Il Michel mette le due versioni senz’altro tra «Ouvrages apocryphes» 3. Discutendo il problema nel 1942 in un apposito articolo, O. H . Moore rifiutava gli argomenti del Bonucci, e respingeva la sua affermazione di una somiglianza stilistica e tematica tra la novella e le due operette amatorie dell’Alberti stampate anche esse nel 14714. Ma ancora nel 1944 il Fatini stampava la novella sotto il nome dell’Alberti5.

Davanti alla situazione qui sopra brevemente esposta siamo rimasti anche noi in dubbio circa l’attribuzione, soprattutto non avendo dall’Alberti né dai suoi contemporanei alcuna conferma che egli avesse composto novelle di questo genere in volgare. Ma con la scoperta in questi ultimi anni di due codici quattrocenteschi della novella, indipendenti l’uno dall’altro, con attribuzione esplicita all’Alberti, la situazione certamente cambiava, e bisognava rivedere ex novo tutta la questione6.

I fatti in breve sono questi. Se togliamo il cod. M che è del ’500, vediamo che la prima fortuna della novella in prosa nei manoscritti e nelle prime stampe è concentrata nel giro di pochi anni, al massimo, pare, tra il 1465 e il 1475. Tra manoscritti e stampe (come vedremo più avanti con più agio) si distinguono quattro gruppi rappresentanti redazioni più o meno diverse:

I. H1 H2 F13 F19; a cui si affianca l’edizione di Treviso del 1471;
II. A O; a cui è affine l’edizione di Padova del 1471 (e pure quella di Bologna del ’74);
III. L F17;
IV. F18 F20 M.

I codici, in cui la novella figura sotto il nome dell’Alberti, sono A e L. Vediamo prima A, perché la sua affinità coll’edizione padovana e la data della trascrizione (1471 o più tardi) possono far pensare che esso di-

  1. Vita di L. B. A. cit., pp. 79-80, in nota.
  2. La Novellistica, I, Milano, 1924, pp. 326-30.
  3. Un idéal humain au XVe siècle: L. B. Alberti cit., p. 39.
  4. Did L. B. Alberti write the «Istoria Amorosa fra L. de’ Bardi e pp. Buondelmonte»?, in «Italica», giugno, 1942, pp. 49-51 («the whole tone of the Ecatonfilea and the Deifira is misogynic, while that of the Istorietta is decidedly romantic») .
  5. Ed. cit. sopra al n. 14.
  6. I due codici sono il londinese, B. M. 38090, scoperto dalla Sig.ra Rawson (già Hammond), e il fiorentino, Arch. di Stato, Cerchi 16, venuto alla luce tramite l’Iter Italicum' del Kristeller.