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deifira 241

molto acquisteresti, se tu a quelle tuo tempo e ingegno tanto consumassi. El tempo e la fatica indarno spesa si può chiamare gittata via. E caro a te, se tu da questa tua Deifira non ricevessi pure infiniti dispiaceri. Chè se forse ti piace vedere un bel viso, molti più be’ visi che il suo spesso ti s’aprono lieti e dolci, quando la tua Deifira superba si chiude in troppo sdegno. Se t’è piacere uno grazioso sguardo, molto più vezzosi e angelichi occhi tutto il dì bello t’accolgono, quando la tua Deifira dispettosa ti schifa. Se t’è piacere uno festivo motteggiare, molte più giocose e cortese che lei ti chiamano spesso a ragionarti e ridersi teco, quando la tua Deifira ostinata o solo tace muta o risponde cose che t’adolorano. Ma io veggio l’errore tuo, in che ancora peccano tutti gli amanti, che tengono a viltà non seguire lungo l’amorosa impresa. Stolti amanti, stolti, se pure terrete stretto in mano cosa quale, dove più la stringete, più vi pugne. Forse ancora tu, sciocco Pallimacro, ti credi da costei essere amato. Credimi, Pallimacro, a Deifira, amando te, dorrebbono le pene tue, s’ella non avessi te troppo a odio. Ella certo non potrebbe non piangere vedendoti tanto afflitto. Se questa tua Deifira, Pallimacro mio, fussi d’animo verso te non molto inimicissimo, ella, non dubitare, mai goderebbe così straziarti. Pigliane argumento da te stesso. Perchè tu vero ami lei, troppo ti duole mirarla se non lieta e contenta. Adunque s’ella poco ama te, s’ella tanto t’è inimica, tu qui omai esci di tanta servitù; prendi virile animo di te e buon partito. Una sola volta ti dolerà tagliare quel membro quale al continuo troppo ti tormenta. So io, sì, a te parerà aspro lasciare quanto hai in uso quella e quell’altra ora vederla e salutarla. Ma stima che niuno incarco in amore sta sì grave, el quale non sia molto leggiero a chi lo voglia sopportare; e incarco per sconcio e smisurato che sia, diventa leggiero a chi el depone. L’amore cresce per uso, e per disuso scema, nè si può, no, un lungo amore perdere in un dì. Ma quella via sarà prestissima quale sia sicura. Conviensi posare lo incarco amoroso destro in terra, se esso male te prieme, e non gittarlo in modo che si rompa in su’ piedi tuoi in vendetta e nimistà. Comincia adunque a interlasciare una ora, poi intermetti un dì, e così accresci ogni