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ghiacci e per la neve canute le fronti e summità de’ monti e delle piaggie. E quanto pronto vediamo ora niuna, come dicea Mannilio poeta, segue mai simile a una altra ora, non agli animi degli uomini solo, quali mo lieti, poi tristi, indi irati, poi pieni di sospetti e simili perturbazioni, ma ancora alla tutta universa natura, caldo el dì, freddo la notte, lucido la mattina, fusco la sera, testé vento, subito quieto, poi sereno, poi pioggie, fulgori, tuoni, e così sempre di varietà in nuove varietà.

Forse a te queste simili spesso rivedute cose paion men maravigliose. Così stima, e’ casi avversi spesso rintoppati noi rendono più preveduti e meno proni a perturbarci. Ma e’ suole ancora la natura in cose grandissime e incredibili non meno che la fortuna con noi adoperarsi. Non recito e’ portenti e monstri quali, proverbio de’ Greci, sempre ne manda el Nillo e l’Affrica, non e’ giumenti ermafroditi quali menavano el giogo a Gaio Nerone Cesare, e simile maraviglie della natura, che sarebbe materia infinita a raccontarli. Notissima istoria della natura presso di tutti e’ poeti, Sicilia un tempo essere stata iunta e continente con Italia, quale ora Silla e Carriddi, monstri immanissimi, tengono divisa et segiunta. Scriveno che lo essercito d’Antioco re in solo uno dì apresso Carmania in quello proprio luogo combatterono a cavallo in quale avea prima con molte navi combattuto. Racconta Pomponio Mela una regione oltre al fiume Nabar lungi da ogni mare trovarvisi grandissime spine di pesci e molta copia d’ostree e non raro qualche ancore. Erodoto istorico affermava el mare già tempo essere stato sopra Memfi, sopra sino a’ monti di Etiopia, qual terra ora scoperta forse troppo rimase arrida. E forse non raro co’ mortali irata la natura mostra quanto insieme li diletti adducere cose rare in nostra calamità. Scriveno che Tantalo, terra grandissima, e Buzorni in Tracia, città nobilissima, intera fu trangugiata e ruinò in profundo abisso. Pira e Antistia presso a’ Meoti, e Licen e Biria città nobilissime appresso Corinto, e parte di Antiochia furono sumerse dal mare. E tutta la Achaia provincia anni mille e quaranta ’nanzi a Roma condita dicono fu sumersa dalle inundazioni dell’acque, e nei tempi d’Anfione, terzo re di Cicrope in Atene, crebbero l’acque e copersono la