Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/50

44 rime

e il soffrir suo che sazio
di tarde speme
570e teme,
e l’alma insieme carcata,
impiuta, combattuta, atterrata
infra sospiri accolti
avesse e’ pensier stolti
575non so dove.
Mai sì, donne, questo mi move
a profferire
gradire, servire,
lodare, atare,
580magnificare
chi ama ardito,
che già chi n’è servito
ne gode,
e acquistane lode
585chi con fè serve.
E l’alma mia che ferve
ogni ora più che non sole
sotto un velato sole
cor a me nascoso
590mai fa esser piatoso
d’altrui pene.