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rime 37

Né par che mai si sbrocchi
strai ch’è ’n cuor gentile;
deh! né anche in cor vile
indi si scarchi,
320e con sì vivi marchi
al cuor s’impronta,
che per sdegno né per onta
mai si sforma.
Però chi ha da far non dorma,
325e segua il suo viaggio,
e chi non è saggio
impari,
e chi sta guari
e del star si contenta,
330convien certo si penta
tardi ma a suo costo.
Però levate su tosto,
donne innamorate,
gite, onorate
335questa festa.
     S’egli è tra voi chi stia mesta
perché il suo amante è altrove,
dicami dove,
e io lo manderò a chiamare.
340Io son disposto aitare,
servire,
gradire,
magnificare qui e in ogni lato
qualunque inamorato
345esser si voglia.
Ma io temo che vi spoglia,
come altre volte spesso,
forse anche adesso
d’un bel piacere,
350donne, il non sapere
contentare voi stesse,