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376 dissuasio valerii

fili, né chi con una sola fortissima catena. A te piacerà più la vita libera che qual sia ottima scusa; ma pure così credo che meno nuocano molte piaghe piccole che una assidua e mortale. Paccuvvio si doleva con uno Arrio suo vicino: «Tengo nell’orto mio un arbore infilicissimo, al quale tre mie mogli s’impiccorono». Rispose Arrio: «Non mi maraviglio della furia loro, ma non so donde in te tanta fosse o stoltizia o inezia. Vorrei potessimo piantare nell’orto mio di quegli santissimi rami». Sulpizio rispuose a chi lo domandava per che cagione avesse fatto divorzio dalla moglie: «Questo mio calzare vedete quanto stia bene e bello; pure mi stringe e io so dove». A molti dole, ma tacciono non potendo deporlo. Prudente Cato disse: «Sarebbe la vita nostra pare agli Idii se fusse dataci sola sanza femmine». Vuoisi credere a chi prudente per pruova tutto conobbe. Piacciono i diletti di Cupido, ma sono mai sanza infinito dispiacere. Metello rispuose a Mario non volere la figliuola ricca, formosa, nobile e felice moglie, perché piuttosto voleva essere suo che d’altrui. A cui Mario ridisse: caricamento di la:Page:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/382 in corso...