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rime 27

Flo. Duro, ostinato chi pur consumando
siegue suo inzegno, pensier, passi e giorni,
ogni or con meno speme disiando.
Tir. Và. Io aspetto che la Mea ritorni.
65Lieto io, lieta lei, quando mi vede.
Amor ha in odio i tuo sguardi musorni.
Flo. Serà costei che sì tieco si siede,
prima d’un occhio che d’un uom contenta?
Tu corri e’ lepri ed altri ai lazzi siede.
70Tir. Arà il sole la sua luce spenta,
quando la Niera ti cominci amare.
Non è superb’a chi d’amor mai senta.
Flo. Seranno i pesci in cielo e stelle in mare,
quando la Mea tua non ti deleggi,
75o dispiaccia alla Niera el mio cantare.
Tir. Chi ti amaria, te che sempre aspreggi?
Schifano el gioco in aspro campo i buoi.
Priegia Amor lieti e risi e motteggi.
Flo. Ove se’, Niera? Ed or che più? Che vói?
80Ma non iscusa te benché me incusi.
La nostra asprezza vien dagli amor tuoi.
     O giovanetti in amar poco usi:
Tu, Tirsis, che oggi vivi in gioco e festa,
già lieti più di te qui vidi esclusi.
85Tir. Né mai fu in donna fronte tanto mesta
che di riso talor non si adornasse,
né fu amata mai chi non amasse;
     ma tiensi troppo chi troppo è richiesta.