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libro terzo 271

e’ tempi da te fatica, non la recusare; prendesti questa sollecitudine, reggila con tolleranza e fermezza d’animo, e modera tutto con buon consiglio. Quello che per te gioverà a costui o a quest’altro, ben sai gioverà a tutta la famiglia; e quello che giovi a tutta la famiglia, certo gioverà ancora a te, e in prima el premio dell’opera resulterà proprio a te. Né sarà poco acquisto a uno animo generoso riconoscere ch’e’ suoi sono obligati a portarli amore perché fu officioso verso di loro. Ma se tutti insieme sequiranno e’ ricordi quali io racconterò, sarà opera più iocunda che difficile.

Paulo. Io intrapresi essere interprete per questi giovani. Ecco, quant’io vedo, el frutto dell’opera perviene a noi più attempati. E piacemi. Seguita.

Battista. Non è dubbio che secondo la natura a que’ che più sanno sta come debito curare e conducere que’ che sono meno instrutti. Che così sia tuttora vediamo, che noi uniti da innata carità, pronti e non senza imperio, revochiamo quello e quell’altro incauto quale via sotto la ruina del tetto o contro la offensione di qualche fera malefica, e mostrànli el periculo quale esso non scorgeva. E per questo pare che da natura l’officio del moderare la moltitudine stia ne’ vecchi, non perché e’ siano vivuti molto, ma perché l’uso ed esperienza delle cose qual abisogna non s’acquista senza spazio e processo di tempo ed età. Cosa ridicula in uno omo, se non mostra del vivere suo tratto altro che solo el numero degli anni consumati. Testimone de’ giorni bene adoperati voglio che siano la grande cognizione di molte cose, e la maturità, gravità e prudenza acquistata a sé, e insieme l’opere dello ingegno produtte a utilità degli altri. E se questo officio del reggere sarà degnissimo colui qual sarà supremo agli altri nelle cose prestantissime, certo e’ buoni e virtuosi in prima saranno attissimi. Nulla si trova prestante sopra la virtù, e per questo ben fu instituito in alcune onoratissime republiche presso de’ passati che ’l summo magistrato e imperio s’accomandassi a’ virtuosi e integri, e sforzassergli ad essequirlo. Quello onde consentirono e’ populi a stare sotto la iuridizione di chi gli regga, fu per vivere insieme senza iniurie e fruttare le cose sue con libertà quieta. A questo potrà niuno conferire più che l’omo savio e virtuoso. Ma qui bisogna