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libro terzo 263

blica vendicarsi tanto principato, solo dodeci brevissime tabule. Noi abbiamo sessanta armari pieni di statuti, e ogni dì produchiamo nuovi ordinamenti. Se qualche publica ragione non induce costoro a simili innovazioni, forse gli tira qualche voglia privata. Le voglie, onde elle insurgono ne’ nostri animi, si sa ch’elle sono adiritte in costui a fine de accumularsi pecuglio, in quell’altro per satisfare alla voluttà, in voi per acquistare onore e fama. A questi vostri persuasori di cose e legge nuove, ditemi, qual minima parte di tutte queste gli soviene? A me quello che ne risulti loro non è ben noto.

Paulo. E’ tempi danno argumento e occasione alle cose, e non rarissimo importano necessità.

Battista. Non confermo e non confuto quel che tu dici. Pur crederrei che la intenzione e proposito del buon cittadino fusse constante e offirmata, e sempre operosa in acrescere e prescrivere tranquillità, amplitudine e maiestà publica. Se fra noi senatori in senato continuo si cerca questo,bene est.Che surridi tu, Niccolò?

Niccolò. Hen!...non altro...

Paulo. Tu accennasti pur voler dire qualche cosa. Sequita.

Niccolò. Più volte notasti fra noi quello che testé m’occorse a mente. Usitata corruttela. Subito che tale o quale sede in magistrato (lasciamo adrieto quanto esso studia, quasi come da una sua bottega, trarsene utilità), dico, pare che quasi intervenga a tutti questo, che sollicita sé e altri immutando, rinovando, introducendo nuove leggi e inaudite consuetudini, solo in mostrarsi faccendoso e sapere e valere troppo più che gli altri. Più tempo desiderai intendere onde sia questa improbità. A te, Battista, che ne pare?

Battista. Parmi che da natura nell’animo dell’omo sia infisso certo appetito d’essere inferiore a niuno. E da certo altro instituto ci diletterebbe essere superiore a tutti. Per questo in qualunque modo sia concesso, al tutto per usurparsi questo frutto della superiorità ello contende imporre agli altri qualche servitù. Le servitù tollerabili sono l’una coniunta alla onestà, e questa si chiami legge; l’altra viene collegata dal premio, e que-