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libro secondo 251

natura. Voi e io e tutti gli altri non possiamo non porgerci amorevoli a qualunque sia d’età puerile parvulo. Credo che questo ne impose la natura, acciò che simili deboluzzi, imbecilli, bisognosi d’ogni aiuto, siano difesi e conservati da chi più può. Parvi?

Niccolò. Parci.

Battista. E voi giovani che dite?

Giovani. Certo parci.

Battista. Ditemi. E’ nostri maggiori meritano essi meno pietà da noi testé allevati, che allora vi meritassi voi sendo fanciugli da loro? Voi fanciugli allora eravate non bene offirmati, e per questo invalidi a movere espedito le membra vostre. A questo donque bisognava aiuto di chi vi sostenesse e adestrasse. E’ vecchi gravi d’anni, oppressi dalle lassitudini, molto sono meno atti a valersi ne’ bisogni delle membre sue. Voi fanciugli, vacui d’ogni cura, nulla vi perturbava. Diresti, usufruttavi la luce e lo splendore di tutto ’l dì senza sentire offensione de’ tempi o della fortuna. Lo ausarsi al freddo, a’ venti, confirmava in voi sanità. Erano i vostri sonni quietissimi. Continuo presente era chi vi satisfacea. A’ vecchi quasi nulla satisfa, ogni minima cosa gli offende. Non dico altro, el lustro del cielo spesso li agrava. E seguire l’usitato suo primo costume del vivere non gli è concesso dalle debolezze quale continuo crescono, e assiduo richieggono più difesa. E usarsi a nuova condizione di mantenersi in vita viene loro pieno di dure e intollerabile imperio e moleste osservazioni. Veggonsi interditto ogni voluttuosa recreazione, né hanno, per fortunati che siano, abastanza tutti e’ sovvenimenti loro necessari. E’ fanciugli crescono con speranza e successo di più robusta e valida abitudine; concorrono più e più degli altri loro simili, co’ quali e’ viveno continuo lieti, contenti, festivi. E’ vecchi d’ora in ora più affannati, meno sullevati da cosa ch’egli sperino, stanno inchiusi repetendo e desiderando gli amici perduti. Non occorre loro occasione di contrattare nuove amicizie con omini simili a sé, e con e’ dissimili ancora meno loro succederebbe giungersi a familiarità. Adonque infelici viveno in solitudine, miseri, mesti: niuno lieto pensiere se non ricordarsi degli studi e opere lodate che fece in vita. E più, voi fanciugli rice-