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libro secondo 227

glionsi ben ritrattare, e come e’ dicono, riconoscerle per ogni loro quadra, acciò che tu non presuponga noto a te quello che, riponendovi meglio mente, t’avederai che tu erravi. Dannosa negligenza per quale tu doppo il fatto dica: «i’ non pensai questo». L’ordine in sé si è una atta disposizione delle cose, bene accomodate a’ luoghi loro, in tempo, e con ragione ottima. Non sarà ottimo quello a che si possa agiugnere parte alcuna, onde e’ sia per questo da più eleggerlo. Saranno adonque, insomma, le ragioni e diffinizioni de’ nostri pensieri circa le cose quali acaggiono d’ora in ora, moderate e pesate, come dissi. In particulare circa le voluttà non bisogna farvi deliberata deliberazione e immutabile. Proporci di fugarle da sé tutte, sarebbe immanità: dedicarsi a esser simile a un cavallaccio, e marcire e perdersi nella voluttà, sarebbe cosa oscena e vituperosa: adattarsi a’ tempi e non le appetere con avidità, e non dolersi s’elle mancano, sarà officio d’omo ben costumato. Circa le cose della fortuna bisogna preparare l’animo, e precludere ogni addito onde ella in tempo possa perturbarci. Nulla dobbiamo desiderare, nulla sperare, nulla temere più che si richiegga all’omo grave e prudente: ricordarsi che la fortuna sempre fu volubile, inconstante, e così stimare che la fortuna per niuna tua providenza e consiglio mai muterà la sua natura. L’omo pratico in mare provede con molte ancore, sartie e armamenti, più a’ casi avversi che a secondare la facile sua navigazione. Così a noi bisogna nel corso della vita prepararci che la instabilità e durezza de’ tempi diano quanto men danno si può. Poco ti graverà la fortuna avversa o non ti dando o levandoti quello che tu conoscevi caduco, fragile, e per sé instabile, e per questo non lo stimavi né te ne fidavi.

E massime circa le ricchezze bisogna avere l’animo grande. Chi impara soffrire la povertà senza perturbazione, soffre bene ogn’altra molestia. Gloriosa vittoria superare in sé quello che vince gran numero degli omini. E vincesi escludendo e’ desideri con poco stimar le cose caduce e fragili e adiudicate alla voluttà, per qual solo fine el volgo desidera esser pecunioso. All’animo grande, ben constituito, non può parer gran cosa alcuna sopra quella che fa lui essere grande: la virtù. E per questo quanto