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222 de iciarchia

non può pensare altro che di far le cose grate a sé, dannose ad altri, e di sua natura inique e iniuste e disoneste, sanza duri e molesti incitamenti d’animo, gravi sospetti, acerbe cure e turbulentissima instabilità di mente. Non s’adopera in sequire la sua improbità e pravità senza vessazione e concertazione in sé di qualche paura contro alla sua audacia. Ultimo, adempiuto el concetto suo, ehi misero lui! — lo assiduo rimordimento, qual sempre si li representa rimproverandogli quanto e’ commise cose scellerate, lo tien in perpetuo e acerbissimo tormento. Agiugni, se l’omo buono forse in qualche cosa errò, molti lo scusano, in molti modi lo sollievano, e da molti sono le scuse loro accette. Contrario interviene al vizioso. Le scuse dell’omo non buono tutte sono inutili, niuno le approva, niuno le conferma. E quello che molto più nuoce loro, se fanno o dicono cosa alcuna da riceverla in buona parte, tutti la stimano dedutta con fraude, atta a nuocere e diritta a male. E aviemmi non raro ch’io mi maraviglio, sendo questo sì proprio all’omo, sì facile, sì parato, sendo l’acquistar virtù sì necessaria cosa in tutta la vita, sendo tanto degna, stimata, amata la bontà, qual cose tu acquisti con tanta voluttà, onde tu ne ricevi tanto frutto e sì maraviglioso premio; dico, mi maraviglio onde e’ sia che gran numero degli omini la recusino, anzi la escludino da sé. Error pieno di nequizia laudare e pregiare in altri quello che lui non degna ricevere e non sostiene averlo in sé. A chi piacesse più mantenere in sé la infermità del corpo suo che la buona sua sanità, massime potendo con facile modo liberarsi, ditemi, giovani, di costui che iudicheresti voi? Che fusse molto savio o molto che...?

Giovani. Molto pazzo e bestiale.

Battista. Simile sarà bestiale quest’altro quale perseveri vivere servo a’ vizi con brutti costumi. E tanto più sarà vero pazzo, quanto la buona disposizione e valitudine dell’animo sia da più stimarla che quella del corpo; e ancora tanto più quanto sia più facile sanificare l’animo che raffermare il corpo. Le corruttele dell’animo sono e’ vizi, quali per sua natura dispiaceno sì agli altri, sì ancora a colui in chi e’ sono più familiari. Vedilo, per scelerato che sia, niuno sarà quale non studi occultare e’