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libro primo 213

persino all’ultima imbecillità della vecchiezza tuttora fioriscono e inverdiscono. Che ci bisogni fatica, tutto el contrario. El nostro ingegno, cosa in molta parte divina, non patisce violente servitù. Le fatiche hanno in sé violenza. Qui solo si richiede affezione, diligenza e perseveranza; e spesso in lo studio la diligenza val più che l’ingegno, e quasi sempre la perseveranza farà più che la veemenza e impeto non attemperato. E troverrete in questo studio delle dottrine che ’l moderato adoperarsi segue ogni dì più pieno di maravigliose voluttà. L’animo nostro si pasce della investigazione e aprensione delle cose degne; e quando ben vi fusse qualche fatica, niuna cosa si fa in vita sì facile ch’ella non sia laboriosa a chi ella non piace. Così niuna delle cose degne sarà tanto laboriosa qual non sia con voluttà a chi la tratti con desiderio d’assequirla. Voi giovani alle cacce e altrove soffristi freddo, fame, sete, durasti fatica molte e molte ore, sudasti e vegghiasti. O beato a voi, se voi ponessi pari studio e pari diligenza presso a’ dotti in apreendere le cose di più pregio! E quanto frutto assequiresti, quanto contentamento! Non si può descrivere né stimare il piacere qual seque a chi cerca presso a’ dotti le ragioni e cagioni delle cose; e vedersi per questa opera fare da ogni parte più esculto, non è dubbio, supera tutte l’altre felicità qual possa l’omo avere in vita. Che più? Il mercatante per acquistar qualche pecuglio espone la vita sua a molti e grandissimi pericoli, soffre in mare e in terra dure e lunghe fatiche e molti disagi, e noi altri recusiamo vigilar qualche ora della notte per essere poi lume agli altri omini! E recuseremo de adoperarci in quello che rende maraviglioso frutto alle fatiche nostre. E certo sarà maiore el frutto nostro a noi che il suo a qualunque altri si trovi altrove. Ed ecci palese questa differenza, che le ricchezze e ’l poter più che gli altri nelle cose della fortuna, mai fecero più savio alcuno. E’ dotti acquistano a sé pecunia quanta e’ vogliono. Sono riceuti da fortunati principi, e riceveno da loro. E’ ricchi sono accetti a niuno se non quanto patiranno diminuire il suo. E spesso e’ dotti fanno ricchi e beati molti altri con suoi ricordi e consigli e con emolumento e acrescimento di grata memoria e fama. Agiugni che l’utile, qual porge la dottrina,