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206 de iciarchia

terribili, ma insieme vi vediamo molta e molta insania da riderlo e stimarlo vilissimo. Onde avviene che deposta la contenzione e sedato il furore, niuno sarà che non volesse essere stato più temperato. E tu riconoscilo in te. Ti crucciasti mai, che poi non ti pentisse e teco gastigassi il tuo errore? Tu vendesti il servo tuo perché egli era iracundo e molesto agli altri e perturbava la quiete della famiglia. Fuggi pari tu essere a te stesso nocivo e grave perturbatore. Vuolsi al tutto dare ogni opera d’escludere e propulsare da noi questa insania. Saracci questo nulla difficile, se porremo mente a quel che bisogna. Le contenzioni onde spesso s’infiamma l’iracundo, raro perseverano per cose piccole; nasconsi spesso di cose minime e vili. Ne’ pusillanimi stimare le cose vili viene pur da viltà. Poco vento move una lieve pagliuccia. Così poco incitamento commove l’animo vacuo e leggiere. L’omo grave, pieno di prudenza e consiglio, pensa alle cose grandi con maturità, stima nulla le non grandi, iudica delle cose buone con ragione, no’gli paiono buone se non quelle onde e’ sia migliore, cerca le cose oneste con perseveranza, stima nulla quanto la virtù, duo’gli solo quelle cose per quale e’ senta alcuni fatti men buoni. E dicesi che il savio non ha fele. E noi tanto siamo teneri allo sdegno e sì precipiti all’ira, che se un catellino abbaia, rompiàno a cruccio. Conviensi e contro a’ vizi racconti di sopra, contro la voluttà, e massime contro a questa ira imparare vincere sé stessi. Né possiamo imparare se non vincendo, né vincere se non dove sia proposta occasione che ti bisogni certare; e vinceremo, se affermeremo in noi nell’animo nostro proposito d’essere simili a’ savi. Apparecchiànci per questo sul primo insulto della offensione a essere in ogni cosa contrario a chi si cruccia. In lui fulmina lo sguardo, le ciglia, el fronte e tutto el viso si perturba, getta le mani, non cape in sé né in quel luogo dove e’ si trova. Tu contro asserena la faccia tua, componti tutto a mansuetudine, contienti a dignità, porgi gravità. Lui versa un diluvio di parole superbe con voce e spirito simile a una cagna mordace. Tu contro racquieta in te la voce, modera le risposte, cura più quello che sia onesto a te, che quello che sia disonesto a lui. Ma molti sono malconsiderati e dicono: «Patirò io che uno abiettissimo omo faccia sì