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202 de iciarchia

E qual di voi non vorrebbe ogni infortunio più tosto che essere simile a uno di questi, in cui cape niun buon pensiere, pieni di perversità, cupidità sfrenata, audacia furiosa, apparecchiata a ogni rapina e violenza? Vita bestiale! Non sequirò annotando alcuni altri vizi pessimi, abominevoli, essecrabili, nati pur da questo voler poco affaticarsi e molto satollarsi: furto, sacrilegio, latrocinio, lenocini, venefici, conducere con fraudolenza e tradimento persone a farli perdere la roba, l’onore, la vita, vendere l’onestà sua e de’ suoi. Simili vizi non posso stimare che mai caggino in alcun ben nato e allevato in famiglia non al tutto abiettissima.

Ma sono alcuni altri errori comuni e quasi familiari alla gioventù, nati da certa voluttà pur degna d’essere moderata, e sono errori per sé atti a perturbare la vita e quiete di chi non vi provedesse. De’ giovani le cure amatorie lasciànle adietro, quando essi ne portano più che dovuta gastigazione e pentimento. Mai aresti sì capitale inimico a cui tu desiderassi maior tormento che così vederlo al continuo afflitto e perturbato simile a chi ama. Misero te! Quelle cose per quali tutti gli altri espongono el sudore, el sangue, la vita per consequirle e conservarle, tu le getti, e perdi la roba, la libertà, la tranquillità dell’animo, solo per essere grato, ossequente e subietto a una vile bestiola piena di voglie, sdegno e stizza. Disse quella a chi la sollecitava: «Aspetta ch’io sia un’altra volta ebbra come io fui quando e tu e io errammo. Testé ch’io sono sobbria non posso consentirti». Raro sarà femina impudica qual non sia cupida e incontinente al vino. Quell’altra rispuose: «Se tu mi volessi bene, non ti crucceresti, non ti dorrebbe vedermi ben voluta da molti altri come da te». Non che l’altre, ma la moglie propria non veggo io si possa così amare sanza molta parte di pazzia e furore. Or si godono e’ giovani uscire in publico con veste suntuosa, cavagli pieni e tondi, e cose per quale e’ superino gli altri di levità e insolenza. E par loro bella cosa tornare a casa con più compagnia, e sono omini assentatori, e le più volte lecconi e usi scorrere per le case altrui proccurando la cena con qualche buffonia e blando concitamento a riso. A questi e agli altri mostrano la copia dispersa per tutta la casa,