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198 de iciarchia

rebbe prolisso e laborioso connumerarli. Ma noi esplicheremo e’ più dannosi e contrari disturbatori del proposito nostro.

Due cose in tutta la vita così a’ giovani come a’ vecchi, a’ ricchi come a’ poveri sono pestifere e da fuggirle, anzi da pugnare assiduo contro loro con ciò che a noi sia concesso: l’ozio e la voluttà. Per l’uno e l’altro di questi sequita perturbazione d’ogni bene. Nulla dissipa e consuma e’ sussidi della vita quanto le voluttuose lascivie. Dell’ozio mai sequì all’omo cosa degna o non dannosa. Per l’ozio e negligenza molti perderono onoratissimo luogo tra’ suoi cittadini, e fortune e dignità. Niuna cosa tanto contraria alla vita e condizione dell’omo quanto nulla adoperarsi in qualche cosa onesta. Non dede la natura all’omo tanta prestanza d’ingegno, intelletto e ragione perché e’ marcisse in ozio e desidia. Nacque l’omo per essere utile a sé, e non meno agli altri. La prima e propria utilità nostra sarà adoperar le forze dell’animo nostro a virtù, a riconoscere le ragioni e ordine delle cose, e indi venerare e temere Dio. E questo officio qual presta e riceve l’uno all’altro in vita aiutandosi insieme a’ bisogni umani, se tutti vivessimo oziosi, quanta sarebbe miseria essere nati omini! Per l’ozio diventiamo impotenti e vilissimi. L’arte dovute alla vita s’apparano facendo. Chi non se adopera per appreendere el suo bisogno, non lo assequisce mai. Così chi non saprà, non potrà né per sé né per altri. Daresti voi giovani uno sparviere a chi non lo sapessi adoperare? Anzi come a indegno d’averlo glielo torresti. Tu ozioso pertanto qual rendi te stesso indegno d’essere appellato omo, chi ti reputerà degno di vita? E in questa inerzia tua duri più fatica con più tedio di te stessi che se tu t’adoperassi in qualche utilità. Fastìdiati la propria casa; vai per la terra simile a chi sogna baloccando, e consumi el dì perdendo te stessi. Quanto sarebbe meglio seder fra gli altri a qualche scola imparando virtù, o adoperarti in qualche essercizio degno di te e della famiglia tua. Niuna arte sarà tanto fra le mercennarie infima, quale in un giovane non sia da preporla a questa vita desidiosa e inerte. E non fia poco acquisto usarsi a non schifare de essercitarsi. L’uso di fare qualche cosa c’invita a intrapreendere maggiori faccende. Non ti succederà d’acquistar pregio e fama con la perizia delle lettere, datti facendo